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Due poeti allo specchio (Gabriella Montanari e Sergio Daniele Donati)

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    Lettera a babbo pitale (poesia inedita di Gabriella Montanari - 2024) Voglio che tu pianga la fine del fiore che tu senta il peso dei colori che tu vada dove il mare canta l’affanno del neonato l’equilibrio dell’aria il pensiero del cervo sentire le spalle gonfie di memorie avere la scorza dei duri e dei cedri sfregare la tua barba tra le mie gambe la pace con i natali ingordi la pace con i morti mai risorti. Al dio burlone (nel bosco) (poesia inedita di Sergio Daniele Donati – 2024) Mi hai insegnato il pianto della pelle il grido muto del ramarro e le striature cieche  nelle venature delle foglie, ma, prima di quell'ultima lettera, che avrebbe resa completa ogni mia comprensione, ti sei celato dietro a cortecce antiche sperando in un gioco a rimpiattino con la mia zoppia.       [E invece sono rimasto lontano      dalla tua tana      ad ascoltare il vuoto      della tua assenza,      così, per ...

Due poeti allo specchio (Gabriella Montanari e Sergio Daniele Donati)

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  La camera di via Mentana Il lettino con le sbarre: la mia cuccia-galera la gola con cui offendevo dio per coprire i coiti genitoriali: denti di abete e lingua di flanella, i miei piedi oltre, sospesi all’aria come pesci svuotati del mare. Soffrii a lungo di nervi. Stendere gli arti inferiori o crocifiggere un giunco il risultato era lo stesso: il pianto notturno degli incavi delle ginocchia. Un giorno li sgrido, li uccido e scappo. Ottimo, ma con quali soldi? I denti da latte già tutti ipotecati i borsellini già scandagliati il gelo fuori, un cactus dentro. Quarant’anni dopo, sul letto singolo in città o sul matrimoniale al mare allungo le gambe e i nervi tacciono. E loro muoiono in sogno dopo aver sudato e ansimato. Infarto? No, giustizia. Gabriella Montantari - inedito 2023 La cameretta di via Almerigo da Schio Era silenzio, un silenzio denso. Nella cameretta i giochi sparsi a terra la notte si animavano: si dondolavano come ebrei in preghiera  per recitare  nomi a...

(Redazione) - A proposito di "Plagiarsi addosso" di Gabriella Montanari (il Convivio editore, 2022) - Estratto con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Ogni poesia è in fondo imitazione inciampante del vuoto di definizione che tutti noi viviamo.  Ogni poesia è un tentativo di ridurre in parola un'essenza che è, per forza di cose, molto di più di ogni dire. Per questo, e lo si dice con semiseria ironia, ogni poesia è opera di plagio di sé stessi.   Plagiarsi addosso  è il titolo della raccolta poetica di Gabriella Montanari (il Convivio editore, 2022) di cui oggi  Le parole di Fedro  pubblica un breve estratto. Se sopra ho parlato di ironia sorridente è anche perché il titolo dell'opera, i cui contenuti profondi si muovono sempre secondo un filo di leggerezza mirabile, non può non richiamare alla memoria il testo di Woody Allen " Citarsi addosso" , apparso per la prima volta in traduzione italiana nel 1978. Anche in quel testo la destrutturazione del sé dell'autore era finalizzata ad una ricucitura degli strappi con il filo sacro dell'ironia.  Ed ironica, benché a tratti netta e senza appello, è la sc...