Ai bimbi del ghetto di Varsavia
Si ringrazia David Pedrizzetti per averci indicato questa immagine In mano pulviscoli d'infanzia e la disperazione dei padri. Lontano uno Shemà Israel recitato nel bisbiglio assorbito da nuvole grigio-guerra; e le madri lacerate dalla certezza: non c'è che morte sui palmi delle mani e una tenue speranza in un orizzonte di macerie. Non si sopravvive a quella memoria, si muore — in quella memoria — di generazione in generazione. Davanti al miracolo di ossa decomposte, divenute concime per le radici dell'eucalipto e del carrubo, io mi fermo, la schiena tenuta dritta dal filo spinato e da schegge di sogni caduti a terra. Nemmeno più lacrime solo sabbie e polveri e poi fumi; dai camini. Non si sopravvive a quella memoria: io sono perchè voi non siete più io sono perché voi mai siete stati e piango.