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(Redazione) Riflessioni, non recensioni - 02 - "Il mio nome è Nessuno" - tra favola e filosofia

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di Stefania Lombardi Non è un mistero che i film mi piacciano e adoro concentrarmi sui film cult su cui, data l'ampia diffusione, non si parla più di recensioni ma di riflessioni. Da cui il titolo della rubrica. Che dire di "Il mio nome è Nessuno"? Questo film entusiasma non solo per il romantico ed evocativo richiamo a tutti i “nessuno” fautori del cambiamento e non solo per i rimandi a Ulisse: il cambiamento fatto persona espletato nella metafora del viaggio continuo che non basta mai a soddisfare la sete di conoscenza. Riguardo il cambiamento portato avanti dai molti e differenti “Nessuno” capaci di creare, addirittura nuovi universi, rimando a uno dei fumetti di Dylan Dog, dal titolo: "Storia di Nessuno". E, soprattutto, Nessuno, non cerca il cosiddetto “successo”, cerca tempi migliori. Non cerca riconoscimenti personali ma fatti che influiscono sulla collettività. È l’idealismo incarnato. Ho già fatto considerazioni simili in passato sul mio account social