Da “Midbar” di Raffaela Fazio (Raffaelli Editore, 2019) – 03 – L’Albero e la Donna
In origine - L’albero Ancora sento il canto degli albori. Nella mia chioma il buio soffiando su se stesso non si separa dalla luce. Come fossi l’unico rimasto privo di confine nel gioco del creatore. Io - l’indistinto non ho nome e nessun vuoto mi misura. Eppure ho nostalgia di una lentezza mai esistita dall’occhio che mi volle alla mano che fu subito bocca. Io sono l’albero-frutto succoso in tutte le mie parti. Da me si passa per morire. La donna lo sapeva: per generare barattò l’eterno con la storia s’iscrisse nella fine e offrì un inizio. Ora si porta dentro il bene e il male uniti come un primordiale abisso. Tra lei e il mondo non c’è più distanza non c’è solo visione ma un gusto sempre nuovo di coscienza - sapienza del dolore. Il suo peccato? La fretta nell’avermi: non attese davanti al desiderio e non ne condivise la lotta il necessario incanto. Io sono la camera oscura di un possesso sfalsato. Sono la memoria di un sapor