(Redazione) - Nota di lettura sulla silloge "La malagrazia" di Margherita Ingoglia (A&B editore, 2022)
Margherita Ingoglia ci incontra e sfida - su questi verbi ci soffermeremo poi - all'angolo tra due vie, né in piena luce, né in completa tenebra, con la sua nuova silloge La Malagrazia ( A&B editore 2022) , ed è un incontro che pretende - anche su questo verbo dovremmo soffermarci - il nostro cambiamento: da lettori di altrui parole a auto-lettori, da fruitori a auto-interroganti. La capacità della poeta di tessere linee espressive che si situano tra generi molto diversi tra loro (passiamo dalle ballate lunghe alle poesie composte di pochi versi) è già la prima domanda cui l'autrice ci chiede, in modo diretto e senza possibilità di fuga, di rispondere: chi è il lettore nei confronti dell'opera? Il cambio di ritmo subitaneo, l'impossibilità di chi legge di attendersi alcunché nemmeno dagli elementi formali dell'opera, ci richiama infatti al ruolo di uno stupore bambino verso la parola che purtroppo si perde nella scrittura poetica sempre di più. Qui, invece