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Genere In-verso - 15 - La libertà di essere Ariosto

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      di David La Mantia   Pochi autori usano l'allegoria come Ariosto. Direi proprio che questa figura diventi la chiave interpretativa dello scrivere del reggiano nelle sette satire. E dove spicca l'allegoria? Nei cosidetti Apologhi. Sono favole moraleggianti, spesso di stampo oraziano (come nel celeberrimo topo di campagna e topo di città), con riprese dagli amatissimi Fedro ed Esopo. Nella cosidetta favola dell'asino e del topolino, l'autore dell'Orlando esprime i motivi della sua scelta di non andare con il cardinale Ippolito d'este in Ungheria, ribadendo il proprio amore per la libertà a tutti i costi e per una vita tranquilla. Meglio una rapa in casa propria che nella corte cinghiali e starne. L'indipendenza vale più di qualsiasi cosa. Uno asino fu già, ch’ogni osso e nervo mostrava di magrezza, e entrò, pel rotto del muro, ove di grano era uno acervo; e tanto ne mangiò, che l’epa 8 sotto si fece più d’una gran botte grossa fin che fu sazio, e non per