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(Redazione) - a proposito della raccolta "Le cose come sono" di Luigi Cannone (Puntoacapo ed., 2011) - Nota di Sergio Daniele Donati

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  Oh sì, la mente spesso si sposta da un oggetto all'altro, ne sfiora la superficie come un vento leggero, poi vola lontano, alla ricerca di altri oggetti su cui posarsi. Ma esiste ancora un modo di vivere la poesia che si situa tra un misticismo ritroso e non dichiarato e una rivisitazione del legame profondo tra il poetare e una attitudine meditativa.  È sicuramente questo il caso della raccolta Le cose come sono Puntoacapo ed., 2011) del poeta Luigi Cannone.  La Sua è una scrittura che si situa a tratti tra il nostalgico e l'osservazione di una sofferenza profonda, ma capace sempre di far percepire  la potenza trasformatrice di saper dire della ferita così come si manifesta. Intendiamoci bene, c'è una cosa che la poesia di Luigi Cannone decisamente  non è. Non è mai inutilmente e meramente descrittiva. Al contrario è sempre capace di creare in chi la legge una sorta di sospiro di sospensione, una piccola apnea che permette di percepire il legame stretto tra una visione n