Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Mara Venuto

Due poeti allo specchio (Mara Venuto e Sergio Daniele Donati)

Immagine
  Sfuggire al trascinamento del corpo nello spazio, alla testa come raffigurazione alienata di ciò che è incorruttibile. Il nostro giustificarci di fronte alla vita, una volta e non altre, ci ha condotto alle foglie del cedro, agli aghi nutriti dalla linfa. Pur non volendo lasciare un rifugio per il distacco, passeremo alla terra e al suo riconoscerci. (inedito di Mara Venuto - 2025) Una cadenza lenta  – una caduta controllata – governa la nostra dimora nei modi verbali dell'infinito, là dove il corpo si fa scaglia, scheggia nero-ossidiana  di intuizioni che non ci appartengono. È il territorio inesplorato, il limine del non presente tra passato e futuro dove le nostre memorie vegetali plasmano maschere d'argilla  sacra grigio-speranza  e profumi d'agrumi  incontrano il canto atonale  della cannella e della mandorla. Nei modi verbali dell'infinito si cullano sinestesie nascoste, (e tu, e io) e noi sfioriamo la pelle di tartaruga di un altro che bussa c...

A proposito di una poesia inedita di Mara Venuto - nota di lettura di Lucilla Trapazzo

Immagine
  Mara Venuto Lucilla Trapazzo, M.A. (Zurigo, Svizzera) È stato implume il sogno. Dal palazzo di fronte fra l'assalto dei giochi e il mangiare, non guardavamo la finestra dove una donna è volata scoprendo di non pesare più (Mara Venuto) _____ Questa poesia inedita di Mara Venuto, che affronta con precisione e delicatezza il dramma del suicidio, arriva al lettore in maniera diretta, senza filtri, con lucidità disarmante, e lo fa con delicatezza inquieta, incastonando l'immagine della donna che scopre “di non pesare più” come tragica epifania. L'aggettivo "implume" che apre il testo evoca un sogno fragile, silenzioso e incompiuto, spogliato di ogni possibilità di volo. E così, mentre “i giochi e il mangiare” tracciano il profilo sonoro di una quotidianità inconsapevole, lo sguardo resta distante: rumorosa allegoria di un'umanità distratta, sospesa in un vuoto esistenziale e metafisico al contempo. La finestra non guardata diventa così perimetro di cecità collet...

(Redazione) - Su Vora di MARA VENUTO (peQuod Ed., 2023) - a cura e con nota di lettura di Annalisa Mercurio

Immagine
Vora è l’ultima raccolta poetica di Mara Venuto per peQuod editore . Questa sua opera, in una veste non definitiva, ha ricevuto una menzione d’onore al Premio Lorenzo Montano 2021, ed è stata finalista al Premio di Letteratura Contemporanea Bologna in lettere 2022.  Vòra  (dal latino  vorare,  inghiottire) è un termine dialettale pugliese per indicare voragini o inghiottitoi dovuti all’erosione delle acque sui calcari o a sprofondamenti del suolo.  Il titolo di questa raccolta quindi, si fa preludio di un’opera asciutta, potente come la terra nella quale nasce il pensiero lucido della poetessa. Una terra aspra e carica di pathos, che non lascia spazio a sentimenti molli; terra di processioni, di santi, d’intrecci tra sacro e profano, terra di tarante, di piedi nudi a contatto con un suolo sanguigno. Vora è un ossimoro, un vuoto e il pieno tutt'intorno, mancanza d'aria e aria stessa. La prima domanda che il lettore potrebbe porsi è la seguente: dove si trova ...