Non ho barato... (un racconto di Maria Gabriella Cianciulli)
Non erano maschere di carnevale quelle che di tanto in tanto Umberto Sati vedeva alzando lo sguardo al televisore nell’angolo della sala d’attesa del poliambulatorio dove si era recato per un consulto specialistico, poiché da tempo accusava forti crampi allo stomaco. L’infermiera, sopraffatta da un colpo di tosse, gesticolò per qualche secondo indicando il corridoio a sinistra pregandolo di raggiungere la sala ecografica, il verdetto fu inequivocabile: " Signor Umberto lei ha una calcolosi in atto, dovrà togliere questa cistifellea al più presto ", tuonò il dottor Mauro Collante. Si portò fuori al balcone per una boccata d’aria con la sua mole di uomo nerboruto, ossidato dal lavoro di tranviere svolto in Brianza per 40 anni. Gli occhi cerulei guizzarono sul viso tondo incorniciato da una capigliatura rossiccia e scompigliata, inevitabilmente come sempre gli capitava si velarono di un leggero torpore per via del dolore addominale; rientrando in sala d’attesa lo sguardo andò