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(Redazione) Specchi e labirinti - 01- Specchiarsi in campi d'ostinato amore

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di Paola Deplano   Umberto Piersanti Lo specchio non è solo l’utile oggetto che la mattina ci serve a truccarci o a sbarbarci. In altri tempi, in altri luoghi, gli si sono attribuite magiche proprietà sciamaniche e il ruolo di porta tra il reale e i mondi dell’Aldilà e della magia – Alice non a caso ne ha attraversato uno, la matrigna non a caso ha chiesto a lui chi fosse la più bella del reame, i nostri vecchi non a caso li coprivano se qualcuno moriva, affinché il defunto non si impaurisse nel non vedercisi riflesso. E l’elenco potrebbe, ovviamente, continuare all’infinito, includendo nella categoria dello specchio anche quelle del ritratto, dell’ombra e del doppio. Il poeta, lo scrittore, l’artista in genere hanno, rispetto alla persona comune, una sorta di specchio interiore che ne riflette i pensieri, il vissuto, la personalità. È questo specchio endoscopico che fa dire a Flaubert Madame Bovary c’est moi e a Foscolo «Mi sono dipinto con tutte le mie follie nell’Ortis». In Campi