Foto di Sergio Daniele Donati Verrà il giorno del canto dell'assiolo e ci immergeremo in nevi, sciolte dal ricordo; e rivoli d'oblio ci solleticheranno il collo. Sarà il giorno del sospiro del mughetto e dell'ironia del ginepro e dimenticheremo i nomi delle cose del mondo. Ci basteranno - eccome se basteranno - profumi senza tempo e non trarremo più nevrotiche liste e combinazioni di lettere da memorie mendaci. Sì, rideremo, liberati dalla parola, despota seducente. E ci abbandoneremo a giochi d'infanzia con sassi sporchi di terra nelle mani, e bocche colorate da cioccolati fondenti o dal blu notte del mirtillo. Allora, in quel giorno, ci libereremo dal giogo, dell'imitazione e entreremo nel gioco dell'amore, là, nel bosco ove ogni narrazione ha termine felice e inizia - così, senza sforzo - un passo senza meta, il battito senza etica d'un cuore che vive.