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(Redazione) - Riflessioni, non recensioni - 14 - OPOPOMOZ La parola magica infernale e la missione nascita a Natale

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  di Stefania Lombardi “ Ma perché? Una storia per essere bella deve essere vera?” Questa frase, pronunciata durante questo film d’animazione di Enzo D’Alò, è la prima provocazione di “ Opopomoz ” che ricorda che noi siamo le storie che raccontiamo e queste ultime sono parte di noi e del nostro percorso. Si può raccontare una storia sul Natale senza mancare di rispetto a chi è ateo o di religione  diversa da quella cattolica, in quanto appunto storia, non catechesi. Una storia che parla in napoletano e che vive in quella immensa tradizione napoletana dei presepi. Una storia che inizia dal punto di vista di chi non può certo gioire delle festività natalizie: la popolazione infernale. Il prologo è lì, nella ricerca di un’anima da dannare e rovinare il Natale. Poi abbiamo un altro prologo. Un prologo che ha, in sottofondo, le splendide musiche di Pino Daniele: vediamo una famiglia felice che fa acquisti natalizi: un padre, una madre incinta, il figlio Rocco di circa 7 anni, gli zii del bi