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Visualizzazione dei post con l'etichetta Paola Deplano

(Redazione) - Specchi e labirinti - 32 - Passeggiando per la Crotone ebraica

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di Paola Deplano Locandina dell'evento  Bisognerebbe essere stranieri ai propri luoghi. Questo perché, se lo fossimo, li guarderemmo con più attenzione e li apprezzeremmo di più. A mio avviso la reiterata abitudine spesso offusca le reali potenzialità di ciò che ci circonda, non facendone cogliere appieno la profondità e la bellezza. L’erba del vicino è sempre più verde, si sa. È opportuno, quindi, vivere il proprio giardino come se fosse un posto mai visto prima, con tutte le sue meraviglie e le sue magie. Si visita il mondo intero e spesso non sappiamo che stiamo camminando su secoli di storia. A onor del vero, bisogna dire che ultimamente c’è una certa riscoperta del turismo di prossimità. Le “Giornate del FAI”, ad esempio, sono encomiabili occasioni per la riscoperta di ciò che è già profondamente nostro. Dispiace dirlo, ma questa maggiore attenzione ai propri luoghi non è stata spontanea, ma spesso mediata dalle restrizioni covid, che hanno imposto di non allontanarsi troppo d...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 31 - Piccola indagine poliziesca a partire da “Osicran o dell'Antinarciso" di Saverio Bafaro (Convivo ed., 2024)

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  di Paola Deplano Spesso molti esseri dotati di apparato fonatorio si sentono in diritto di usarlo per dire la loro su qualsivoglia argomento, pur non avendone contezza. Tali argomenti sono, di solito, quelli alla moda, dal cambiamento climatico, ai vaccini, all’insulto politico, alla guerra, al calcio, al narcisismo. Quest’ultimo topic viene spesso tirato fuori tra lacrime e recriminazioni tutte le volte che qualcuno si trasforma dal Principe Azzurro (o dalla Principessa dei Sogni) in un banale ex.  L’azzurro sbiadisce, i sogni diventano incubi e viene fuori, immancabilmente, il narcisismo perverso della persona che ci aveva fatto battere il cuore. Per carità, a volte è vero, a volte abbiamo veramente avuto a che fare con questa maschera demoniaca, ma non penso sempre sempre. Anche perché essa, a detta delle nostre lacrime e delle nostre recriminazioni, non inficia solo gli amori, ma può oscurare il volto di genitori invadenti, fratelli-coltelli, parenti fino al ventesimo g...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 29 - Arrivederci (un racconto)

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  di Paola Deplano Agosto. Guido veloce, nella strada dritta che costeggia il mare, alle due del pomeriggio. Devi prendere l'aereo e, come al solito, hai fatto tardi. Sei bellissima. Dai finestrini aperti entra l'aria infuocata che ti sconvolge i capelli. Non ti piace l'aria condizionata, come non piace a me, quindi finestrini aperti in una macchina che sfreccia verso l'aeroporto. Canti a squarciagola sopra l'ultimo di Gianna Nannini che mi hai regalato per il mio compleanno. Piace a te, non a me. Pazienza.  A caval donato... Lo ascolto solo quando in macchina ci sei tu, per farti piacere. Vorrei dirti tante cose, ma sto zitto. Mi mancherai. Non ci siamo mai separati. Io vivo per te. Ti volti e mi sorridi. Come somigli a tua madre. Ce ne sono state altre, ma nessuna come lei. Nessuna coi suoi occhi e il suo sorriso. Cioè: i tuoi occhi, il tuo sorriso. Avevi dieci anni quando un uomo brutto col camice le disse: - Lei ha un tumore. Le restano sei mesi. - Calmo, tranq...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 28 - Girando intorno a Elsa Morante, poeta #1

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  di Paola Deplano Siamo abituati a pensarla romanziera, una romanziera di prim’ordine: Menzogna e sortilegio, L’Isola di Arturo, Aracoeli, La storia sono tutti titoli che confermano questa sicura vocazione allo scrivere in prosa. Ce lo conferma lei stessa, quasi timidamente, nella premessa al suo primo libro di poesie, dal titolo Alibi : « L’Autrice prega i lettori di perdonarle l’esiguo valore e peso di queste pagine. Essendo infatti, lei, per sua consuetudine (oltre che per sua natura e per suo destino) scrittrice di storie in prosa, i suoi radi versi sono, in parte, nient’altro che un’eco, o, se si voglia, un coro, dei suoi romanzi; e, in parte, nient’altro che un divertimento, o gioco, al quale essa ama talvolta abbandonarsi senza troppo impegno, per semplice piacere della musica. Se, dunque, si è ridotta a pubblicare questi versi (dei quali poi alcuni, come si vede dalle date poste in fondo, risalgono agli antichi tempi della sua prima giovinezza) l’Autrice l’ha fatto soltant...

(Redazione) - Echi di Fedro (dialoghi poetici) - Marco Brogi con Paola Deplano

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  È questa l’ora di aprire le gabbie e liberare le parole rondine lasciando che si posino sulle costole del mondo, sulle attese annegate. La mano sulla fronte di un calvario sempre vivrà in simbiosi con l’eterno. (Marco Brogi) Tesso parole su un telaio stanco rondini alte sotto un cielo stretto passa la sera a fili rossi e bianchi quel sole morto m’incatena i fianchi. Sillabe sorde s’accostano tremende passa la sera e ‘l modo ancor m’offende. (Paola Deplano) _____ N.d.r: I l dialogo è composto da testi totalmente inediti (2024) _____ MARCO BROGI - NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Marco Brogi , senese, laureato in Lettere Moderne, è giornalista a La Nazione. Ha pubblicato il romanzo Le tre Lune (Urbone editore) e le raccolte di versi: Poesie scritte in treno (Prospettiva Editrice), Il Paese Incantato (zona editore), finalista al premio Narrazioni, Sorella Toscana (Alsaba), L’aria intorno alle altalene (Bertoni editore), uscita pochi giorni fa con prefazione di Bruno Mohorovich e postfazi...

(Redazione) - Omaggio a Umberto Piersanti nel giorno del suo compleanno - a cura di Paola Deplano

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  Nel giorno del compleanno di Umberto Piersanti intendiamo far riemergere delle gialle margherite, venute a spodestare i favagelli gialli in un momento buio della vita del poeta. L’anno di scrittura è il 1975, il titolo della silloge che le ospita è L’urlo della mente , edito da Vallecchi  nel 1977. Sono ombre del passato, che riappariranno nel futuro, perché L’urlo della mente uscirà a breve in una nuova edizione con inediti e prefazione di Alberto Fraccacreta per i tipi di Samuele editore. Per la redazione de Le parole di Fedro - Paola Deplano LE MARGHERITE GIALLE DELL’AUTUNNO Le margherite gialle dell’autunno dai treni giù per i greti nei giorni più chiari di settembre da Cividale alle piane intiepidite ormai di Lombardia era la fiamma chiara d’una possibile riscossa il saluto lungo nel viaggio ritentato il laccio sottile d’aria di coloro sul trapasso per un tempo oltre lo stupore fugace di fiori e degli azzurri ancora sanguinosamente differente. C’erano sempre queste ma...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 27 - Cuore Leggero

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  di Paola Deplano «Hai una pronuncia pessima.» Avevo detto una parola in inglese, alla cena di fine anno tra colleghi - e lui mi aveva corretta così,  davanti a tutti: « Hai una pronuncia pessima. » Proprio questo aveva detto, me lo ricordo ancora,  anche se non brucia più: « Hai una pronuncia pessima. » Mi stava facendo pagare il fatto che lo avevo COSTRETTO ad uscire con i MIEI amici. Degli altri ricordo, a questo punto, il silenzio imbarazzato, gli sguardi nei piatti. Di te ricordo gli occhi dispiaciuti per me - e su di me. Dopo qualche bicchiere di troppo, prese di mira anche te. Non direttamente, per carità, ma si capiva  benissimo a chi fosse rivolta la violenta filippica contro i terroni che rubano il lavoro agli altri. Vani  furono i tentativi di farlo stare zitto, non solo miei.  A scuola ti volevamo - ti vogliamo - tutti bene.  Solo tu non parlasti, come se la cosa non ti riguardasse, come se tu fossi nato a Bolzano da genitori finlandesi, n...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 26 - Invito alla lettura de “Il paese invisibile e il passo per inventarlo” di Roberto Marconi

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  di Paola Deplano avevo fatto a posta a forare proprio per scoprire quell’essere che viveva del suo lavoro dentro a una grotta di fronte alle figlie dell’Addolorata. La mia verità non è del tutto giusta ero stato avventato con la bicicletta catene manubrio testa qualcosa comunque s’allentava e quindi la parola diveniva zitta di fronte a quel volto rubizzo tutt’uno con ogni meccanismo. Un mistero senza insegna. Tutti sapevano il mestiere il sopran- nome ma la sua storia è sepolta come uno di quei tanti vini impolverati dal niente come le tante cantine affrescate da altre mura come ogni esercizio quando è chiuso non ha età. E venni a sapere che con la madre vissero insieme anche all’ospizio e poi pure al cimitero e lei di cognome faceva Poeta Ci piace cominciare questo scritto con un’infanzia qualunque, nei primi anni Settanta del secolo scorso. Un’infanzia coi bambini che corrono in bicicletta, pronti ad emularsi in corse sfrenate e a cadere rovinosamente sulla sabbia o sul selciat...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 25 - Le galline capitaliste

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di Paola Deplano Mentre nascevo nevicava così tanto che l'ostetrica è arrivata a cose fatte: ho imparato presto a cavarmela da sola. La signora Eleni era l'ostetrica del villaggio, nonostante fosse probabilmente semianalfabeta e sicuramente sempre sbronza. La sua Dacia sbiadita e sbatacchiata percorreva a tutto gas le strade sterrate del circondario, sollevando, a seconda della stagione, nubi di polvere o schizzi di fango. Le galline, che di solito passeggiavano indisturbate per le vie del centro, al suo arrivo scappavano terrorizzate, nel disperato tentativo di non rimetterci le penne. Alcune di esse - le ritardatarie o le distratte - proprio non ce la facevano a scansarla e finivano sotto le ruote. A quel punto Eleni le acchiappava per le zampe ancora agonizzanti e le sbatteva in macchina senza tanti complimenti. Se il padrone correva a rivendicarne il possesso, la donna se la cavava dicendo che una gallina incustodita è una gallina di tutti, dunque anche sua. Anzi, soprattu...

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - "Sentinella" - su un racconto di Fredric Brown di Paola Deplano

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di Paola Deplano SU DI UN RACCONTO DI FREDRIC BROWN SENTINELLA Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo e era lontano cinquantamila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità, doppia di quella cui era abituato, faceva di ogni movimento un’agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia di anni questo angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell’aviazione, con le loro astronavi tirate al lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, toccava ancora al soldato di terra, alla fanteria prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo maledetto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano sbarcato. E adesso era suolo sacro perché c’era arrivato anche il nemico. Il nemico, l’unica altra razza intelligente della Galassia…Crudeli, schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della Galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di ...