Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Patrizia Valduga

(Redazione) - Il maschile - 03 - Il maschile nella Beat Generation. Gay, Queer, lessico ribelle e libertà delle donne

Immagine
  A cura di David La Mantia Quale fu la sessualità nella Beat Generation, aldilà della violenza espressiva tipica del movimento. Ci furono donne ad essere parte di quel cambiamento? Ci fu una vera rivoluzione sessuale? America anni Cinquanta: boom economico, con immaginario da famiglia del Mulino bianco, case moderne, elettrodomestici, cani e pantofole. Sembra un E den. Ed invece persiste il ricordo recente della Seconda Guerra Mondiale, la Corea e poi il Vietnam con le loro bare senza senso e senza gloria, con i loro reduci vergogna della Nazione, con il picco di spesa per gli armamenti e la guerra fredda, con Martin Luther King e Il razzismo. Anni di contraddizioni, pieni di sogni e di sconfitte. È in questo humus che si afferma la Beat Generation. Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William S. Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, Philip Lamantia, molti altri meno noti che seppero affermare una società diversa, senza mitologie predisposte, anzi forse con una unica leggenda, quella ...

Dialoghi poetici coi Maestri - 47 Antonia Pozzi, Patrizia Valduga ed io (un dialogo a tre)

Immagine
Canto della mia nudità Guardami: sono nuda. Dall'inquieto languore della mia capigliatura alla tensione snella del mio piede, io sono tutta una magrezza acerba inguainata in un color avorio. Guarda: pallida è la carne mia. Si direbbe che il sangue non vi scorra. Rosso non ne traspare. Solo un languido palpito azzurro sfuma in mezzo al petto. Vedi come incavato ho il ventre. Incerta è la curva dei fianchi, ma i ginocchi e le caviglie e tutte le giunture, ho scarne e salde come un puro sangue. Oggi, m'inarco nuda, nel nitore del bagno bianco e m'inarcherò nuda domani sopra un letto, se qualcuno mi prenderà. E un giorno nuda, sola, stesa supina sotto troppa terra, starò, quando la morte avrà chiamato. (ANTONIA POZZI) Vieni, entra e coglimi, saggiami provami… comprimimi discioglimi tormentami… infiammami programmami rinnovami. Accelera… rallenta… disorientami. Cuocimi bollimi addentami… covami. Poi fondimi e confondimi… spaventami… nuocimi, perdimi e trovami, giovami. Scovami… ...

Dialoghi poetici coi Maestri - 39. Patrizia Valduga

Immagine
Anima, perduta anima, cara, io non so come chiederti perdono, perché la mente è muta e tanto chiara e vede tanto chiaro cosa sono, che non sa più parole, anima cara, la mente che non merita perdono, e sto muta sull’orlo della vita per darla a te, per mantenerti in vita. Patrizia Valduga  Da Requiem (Einaudi, 1994) Se fossi petalo mi coricherei ai tuoi piedi o mi farei muschio verde per rendere più morbido l'atto che strappa lembi di tessuti pregiati: la richiesta di perdono.  E se fossi poeta scioglierei la parole che ora s'incagliano tra gola e sterno; perché perdono è parola che rende la mente schiava del desiderio d'uscir da sé stessa. Ma non ho ancora - e tu sai quanto la cerchi - la delicatezza del petalo né le lire e le cetre del rapsodo o dell'aedo - e queste forse le cerco meno - allora ti ascolto e mi siedo  su quel muto muro a secco,  assieme a te, ad ascoltare  il canto lieve di un addio. Sergio Daniele Donati Inedito 2022