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Dialoghi poetici coi Maestri - 72 - Paul Celan #3

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Paul Celan PSALM Niemand knetet uns wieder aus Erde und Lehm, niemand bespricht unseren Staub. Niemand. Gelobt seist du, Niemand. Dir zulieb wollen wir blühn. Dir entgegen. Ein Nichts waren wir, sind wir, werden wir bleiben, blühend: die Nichts-, die Niemandsrose. Mit dem Griffel seelenhell, dem Staubfaden himmelswüst, der Krone rot vom Purpurwort, das wir sangen über, o über dem Dorn. SALMO Nessuno c’impasta di nuovo, da terra e fango, nessuno insuffla la vita alla nostra polvere. Nessuno. Che tu sia lodato, Nessuno. È per amor tuo che vogliamo fiorire. Incontro a te. Noi un Nulla fummo, siamo, reste- remo, fiorendo: la rosa del Nulla, la rosa di Nessuno. Con lo stimma anima-chiara, lo stame ciel-deserto, la corona rossa per la parola di porpora che noi cantammo al di sopra, ben al di sopra della spina. Traduzione di Giuseppe Bevilacqua SALMO Mi porta al pianto il simbolo, ben poco simbolo, dei tuoi versi e non conosco che un'afona lode che pur ripeto come atto di sottomissione al

Dialoghi poetici coi Maestri - 29. Paul Celan

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MANDORLA di Paul Celan Nella mandorla – cosa sta nella mandorla? Il nulla. Nella mandorla sta il nulla. Lì sta e sta. Nel nulla – chi sta? Il re. Lì sta il re, il re. Lì sta e sta. Ricciolo ebreo, non diventare grigio. E il tuo occhio – per dove sta il tuo occhio? Il tuo occhio sta davanti al nulla. Sta verso il re. Così sta e sta. Ricciolo d'uomo, non diventare grigio. Mandorla vuota, blu regale. MANDORLA di Sergio D. Donati Sono sei milioni di gocce, Paul, e scivolano lontano - sempre più lontano. Ci concediamo mille e una volta - come nelle fiabe notturne dei nostri cugini - l'onore assurdo - crepa in un ghiaccio ossimorico, luce nella cecità omerica - di ricordarne i nomi. Ma sono gocce, e scivolano, lontano dai nostri segreti, e il loro attrito sulle nostre pelli, figlie di plumbei camini  e del silenzio che strazia, lascia ustioni - e numeri - in eterna memoria. Non so cosa ci sia  nella mandorla, Paul, ma conosco il dolore acido che mi causa quando sfiora q

Dialoghi poetici coi Maestri 20. - Paul Celan

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  Paul Celan - Foto di repertorio Sprich auch du Sprich auch du, sprich als letzter, sag deinen Spruch. Sprich – Doch scheide das Nein nicht vom Ja. Gib deinem Spruch auch den Sinn: gib ihn den Schatten. Gib ihm Schatten genug, gib ihm so viel, als du um dich verteilt weißt zwischen Mittnacht und Mittag und Mittnacht. Blicke umher: sieh, wie’s lebendig wird rings – Beim Tode! Lebendig! Wahr spricht, wer Schatten spricht. Nun aber schrumpft der Ort, wo du stehst: Wohin jetzt, Schattenentblößter, wohin? Steige. Taste empor. Dünner wirst du, unkenntlicher, feiner! Feiner: ein Faden, an dem er herabwill, der Stern: um unten zu schwimmen, unten, wo er sich schimmern sieht: in der Dünung wandernder Worte. Parla anche tu Parla anche tu, parla per ultimo, di’ la tua. Parla – ma non separare il no dal sì. Dà al tuo detto anche il senso: dagli ombra. Dagli ombra che basti, dagliene tanta, quanta tu sai ripartita intorno a te tra mezzanotte e mezzogiorno e mezzanotte. Guarda in giro: vedi come in