(Redazione) - A proposito di "Plagiarsi addosso" di Gabriella Montanari (il Convivio editore, 2022) - Estratto con nota di lettura di Sergio Daniele Donati
Ogni poesia è in fondo imitazione inciampante del vuoto di definizione che tutti noi viviamo. Ogni poesia è un tentativo di ridurre in parola un'essenza che è, per forza di cose, molto di più di ogni dire. Per questo, e lo si dice con semiseria ironia, ogni poesia è opera di plagio di sé stessi. Plagiarsi addosso è il titolo della raccolta poetica di Gabriella Montanari (il Convivio editore, 2022) di cui oggi Le parole di Fedro pubblica un breve estratto. Se sopra ho parlato di ironia sorridente è anche perché il titolo dell'opera, i cui contenuti profondi si muovono sempre secondo un filo di leggerezza mirabile, non può non richiamare alla memoria il testo di Woody Allen " Citarsi addosso" , apparso per la prima volta in traduzione italiana nel 1978. Anche in quel testo la destrutturazione del sé dell'autore era finalizzata ad una ricucitura degli strappi con il filo sacro dell'ironia. Ed ironica, benché a tratti netta e senza appello, è la scrittura