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(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 04 - Poiesis: analogia di una gestazione (Parte 2)

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  di Giansalvo Pio Fortunato L’utilizzo, che è fatto nel precedente articolo, dell’Esser-ci coglie, certamente, una strada posteriore rispetto alla problematicità dell’Esser-ci in quanto Dasein . È chiaro, infatti, che l’Esser-ci, l’ essere a noi , è figlio di un voluto dato per scontato della problematicità dell’Esser-ci; anche perché risulterebbe alquanto pretenzioso voler calare la dimensione poetica immediatamente in una sua matrice poietica, derivante inesorabilmente dal differenziamento ontologico di fattura heideggeriana. Eppure, continuo a chiedermi con voi quale sia il senso di questa enorme apertura visuale che si sta fornendo in questi ultimi due interventi; mi chiedo perché realizzare questa contestualizzazione ontologica per la poesia, che, almeno apparentemente, esula da tali tematiche esistenziali. In parte, nel precedente articolo [1] , ho già fornito una risposta; ma qualche lettore, un po' più curioso, potrebbe compiere un ritorno entro la propria memoria e ricor

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 03 - Poiesis: analogia di una gestazione (Parte 1)

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  di Giansalvo Pio Fortunato La specificità di esistenza della parola e del suo significato rappresentano elementi essenziali per una definizione ontologica non della semplice opera d’arte, quanto per l’identificazione del peso d’essenza che l’opera d’arte possiede. Quest’affermazione, alquanto criptica, deve quantomeno secernere un grado razionale [1] di consapevolezza, potendo addirittura salire – in climax – ad una chiara esortazione morale di responsabilità verso l’opera d’arte. Essa, infatti, non incarna banalmente una produzione; o meglio: incarna una produzione, ma entro un significato tanto più universale, tanto più ampio, tanto più metafisico. Dinanzi a quest’ultima affermazione non si deve in alcun modo scadere – precisiamo - in misticismi o cognizioni miracolistiche di sorta, ma si necessita e bisogna calarsi entro una matrice che sappia apprezzare l’inestricabile fisica / fisiologia dell’opera d’arte rispetto alla problematicità ontologica [2] . In tali termini, allora, em