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(Redazione) - A proposito di "Esaudimento" di Barbara Rabita e Antonio Laneve (Puntoacapo Editore 2024) - nota di lettura di Gabriella Cinti

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        La percezione forte che trapela dalla lettura di questa raccolta poetica, è che sia dominata da una giocosa quanto serissima stigmatizzazione del mondo, con una modalità ludica che rovescia i paletti della cosiddetta normalità, in un copernicanesimo poetico e speculativo di originalissimo profilo. Poesia urbana per definizione ma emblema anche della condizione umana affaticata, ferita, post crepuscolare, dove la poesia del desiderio può esprimere “ solo un rantolo ” “ nel tunnel senza uscita del tempo ”; la domotica stessa viene animizzata nel mettere a nudo senza retorica il cuore degli oggetti e la loro sottile valenza consolatoria. Cogliamo, nei due autori, una vera militanza nello smascherare la falsificazione logica e l’Ordine consueto e razionale delle cose. Il quotidiano è grimaldello per aprire inusitate dimensioni di possibile salvezza e la vis analogica, febbrile, con improvvisi scarti semantici simili a movenze di danza, si esprime in una visionarietà che prende l

Estratto dalla raccolta di Alessia Bettin "Appese a un chiodo ma vive" (Puntoacapo ed., 2024) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Le idee e le opinioni attorno a cosa sia la funzione della poesia sono tante quante sono le penne che poesia scrivono. E, in questo perenne stimolo e richiamo a degli eterni eppure che sfuggono a tale definizione, ci si sente a volte spersi e pare quasi che il senso critico, questa divinità crudele sul cui altare tutti noi ci immoliamo, si faccia freddo e distante. Ma se c'è una cosa che la fortuna mi ha donato è di aver incontrato dei maestri che hanno saputo donarmi una regola aurea che vuole che io, affannosamente, sappia cercare e trovare  qualità anche in linee poetiche molto diverse da quelle che io stesso adopero. Io non l'avrei mai scritta così , mi diceva quel vecchio poeta di cui non farò il nome, ma, dio mio, quanto è bella.  Leggere la raccolta di Alessia Bettin   Appese a un chiodo ma vive (Puntoacapo ed., 2023), ed apprezzarne la fine qualità sin nei midolli è stato per me proprio un po' questo; un profondo esercizio di estraniamento da me stesso, dalla mia

(Redazione) - A proposito della raccolta "Abitarmi stanca" (Puntoacapo ed., 2023) di Alessandro Assiri - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Esiste una dimensione dell'umano in cui perdiamo il contatto con il sogno inverosimile dell'identità e cominciamo a percepirci come agglomerato frammentario e frammentato , come puzzle di cui non siamo nemmeno certi di possedere tutte le tessere, dove il particolare assume ruolo centrale di una potenziale ricostruzione - o ricognizione - di un Sé.  Un viaggio di ritorno, quest'ultimo, impossibile a farsi, se ci si considera soltanto come cosmos , e invece lentamente attuabile, se si riesce ad acq uisire il tempo lento della rielaborazione.  Tutto questo, tanto vicino ad una visione postmoderna e post psicoanalitica del vivere, necessita di un piccolo passo iniziale in cui si si sia in grado di percepirsi anche come contenitore, come casa, come luogo da abitare .  I frammenti hanno bisogno di una scatola -  magari decorata con antiche tecniche di découpage che ricordino il loro contenuto, ancora prima di aprirla -  in cui possano sedimentare e ritrovare una forma idonea a ca

(Redazione) - a proposito della raccolta "Le cose come sono" di Luigi Cannone (Puntoacapo ed., 2011) - Nota di Sergio Daniele Donati

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  Oh sì, la mente spesso si sposta da un oggetto all'altro, ne sfiora la superficie come un vento leggero, poi vola lontano, alla ricerca di altri oggetti su cui posarsi. Ma esiste ancora un modo di vivere la poesia che si situa tra un misticismo ritroso e non dichiarato e una rivisitazione del legame profondo tra il poetare e una attitudine meditativa.  È sicuramente questo il caso della raccolta Le cose come sono Puntoacapo ed., 2011) del poeta Luigi Cannone.  La Sua è una scrittura che si situa a tratti tra il nostalgico e l'osservazione di una sofferenza profonda, ma capace sempre di far percepire  la potenza trasformatrice di saper dire della ferita così come si manifesta. Intendiamoci bene, c'è una cosa che la poesia di Luigi Cannone decisamente  non è. Non è mai inutilmente e meramente descrittiva. Al contrario è sempre capace di creare in chi la legge una sorta di sospiro di sospensione, una piccola apnea che permette di percepire il legame stretto tra una visione n

(Redazione) - a proposito della raccolta "Prima" (Puntoacapo ed., 2022) di Gabriella Cinti - Nota di Sergio Daniele Donati

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  Che ci sia un legame indissolubile tra poesia e memoria   é un dato innegabile. Bisogna poi vedere che estensione e significato siamo capaci di dare a quella locuzione e, soprattutto, tralasciando le insidie connesse alla definizione della poesia, dobbiamo almeno ricordare a noi stessi che la memoria non è oggetto monolitico ma che in noi si stratificano memorie psicologiche, corporee, animali, vegetali e anche minerali. Ciò che decliniamo al singolare quando parliamo di memoria, è, in realtà una cumulazione di diversi elementi che solleticano la nostra coscienza con modalità differenti tra loro, a volte persino contrastanti.  Nella stupenda raccolta di Gabriella Cinti "Prima" (Puntoacapo ed, 2022) il tema di una memoria che si dipana a più livelli è ben presente, così come l'autrice si rende pienamente capace di attraversare con la sua poetica le ere della coscienza umana, dall'origine nostra di primati alla post modernità.  Siamo pertanto di fronte a una raccolta

Estratto da “Tutte le distanze” di Chiara Olivero (Puntoacapo ed., 2020)

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Parlo e non mi senti la voce muta vaga, persa come la mosca contro i vetri sbatte in cerca di un pertugio. Così, in questo nuovo silenzio ho gridato il tuo nome e l’eco me l’ha restituito come se mi appartenesse. Ci son giorni in cui esistere non è abbastanza, scalfisce la pietra assenza, batte contro le pareti di questa stanza. Al centro restiamo aggrappati – sospesi – come un frutto maturo che non vuol cadere. Eri negli occhi sottopelle nelle vene. Ora il mio corpo è una casa disabitata. NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Chiara Olivero (Casale Monferrato, 1980) nel 2004 si laurea in Lettere all’Università del Piemonte Orientale con una tesi sulla poesia di Giorgio Simonotti Manacorda, sotto la guida del professor Giovanni Tesio. In seguito si trasferisce a Milano, città in cui vive, specializzandosi in Editoria. Ha collaborato come redattrice con diversi studi editoriali e case editrici, tra cui Rcs Libri. Attualmente lavora come books editor nella redazione di Altroconsumo. Geometrie della no

(Redazione) - Estratto dalla silloge "Lascivi intendimenti" di Gian Luca Guillaume (Puntoacapo editore, 2022) con breve nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Siamo lieti di poter ospitare su  Le parole di Fedro un estratto della silloge di  Gian Luca Guillaume ( Puntoacapo editore, 2022 ) Lascivi intendimenti. Il poeta ci conduce con questa recente raccolta attraverso dei percorsi, tutt'altro che consueti, alla scoperta di una nuova visione di quello che forse è il tema più antico: il rapporto tra i due diversi generi e il desiderio. Non manca a Gian Luca Guillaume l'uso dell'ironia e della leggerezza dei versi, sia come strumento di evoluzione (direi quasi di acrobazia) linguistica, sia come elemento atto a portare al lettore a una sorridente riflessione.  In questo, anche attraverso un abilissimo apparato metrico e retorico delle sua poesie, l'autore mostra una maestria che, appare del tutto evidente, si richiama a canoni classici di scrittura non sovente percorsi nella poesia contemporanea.  Questo gioco permette al lettore di situarsi in medias res, quasi tra le parole, assumendo vuoi il ruolo di semplice e divertito s