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Due poeti allo specchio (Romina Capo e Sergio Daniele Donati)

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E come dirlo .ora che sei un frammento un'idea sbagliata un rammendo che smacca sulla camicia ben stirata Vedi .mi si sgualcisce pure l'ombra mi restituisce una sagoma che si spacca e quasi somiglia a te Dovrò non dirlo .starmene estrema a braccia conserte strette strette facendo dell'estranea la scena. (Romina Capo - inedito 2022) Hai mai posto i palmi delle mani a pochi centimetri tra loro e sentito il formicolio d'una vita che prospera solo  in una vicinanza trattenuta? Hai mai gettato uno sguardo ritroso a quel sorriso estraneo  che si sofferma sulle tue sopracciglia a cercare sul tuo volto il canto della similitudine? Là, tra gracidar di rane,  - ricordo - in una notte per me serena ritrovai una mia memoria anfibia, una lallazione infante. Da allora, se anche parlo di strappi, non dimentico che in tasca porto sempre aghi e fili; d'argento. (Sergio Daniele Donati - inedito 2022)

Un inedito di Romina Capo

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  Attraccare scialuppetta blu di modeste pretese Scrosticchiata poco salda ma con la vela ben spavalda Rimpicciolire d'acqua e vedere ogn'attimo in tondo ripiegare Richiudersi lì al fondo come un baule. NdR: Quella di Romina Capo è una delicata poesia con un forte richiamo alla potenza del piccolo, del rimpicciolimento, del ritorno in unna culla protettiva e di rinascita. I diminutivi che l'autrice usa rafforzano l'idea di un viaggio comunque "spavaldo" in cui il ripiegamento non è resa ma nuova rotta.