Sono stanco (Oblivion)
Sono stanco e questa musica tiranna e malvagia m'obbliga a un passo senza fine e trascura il mio occhio spento sulle sabbie del ricordo. E tu, che hai dimenticato il mio sorriso sdentato e il mio sguardo bambino per una breve mia assenza, danzi e ridi, dandoti la regola di una gaiezza che è finzione - un poster corroso dalle nebbie di Milano su un muro che perde calcinacci su calcinacci. Era il muro dei nosti baci, - ricordi? - e sosteneva a malapena la potenza del nostro amore, felice di cedere tenuta all'avanzata del vero nei nosti corpi. Ma no; tu non ricordi, e non sai più il mio nome Lo riempi di aggettivi monchi, come si fa con chi è ormai nell'oblio e, senza peso, vaga come suono evanescente nella timeline delle tue conquiste. Eppure ho danzato tutto questo tempo solo e sono stanco di mantenere viva la memoria del peso e degli addii. Da solo ho danzato - a spirale ho danzato - verso il mio centro vuoto e non ho più ricordo del timbro della tua voce d