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(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 11 - Sugli epigrammi di Salvatore Quasimodo

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di  Sergio Daniele Donati La scrittura epigrammatica, originariamente tipica del poetare funerario o legato a particolari eventi di spiccata importanza sociale, è una delle forme più antiche di poesia.  Veri e propri epigrammi si trovano ad esempio nei cinque libri che compongono il Pentateuco, a ben vedere.  Ovviamente in questo caso è un lavoro delicato e non facile saperli estrarre dal contesto generale della narrazione. Sono epigrammi celati, per così dire, nel testo stesso, non in composizioni isolate. L'epigramma secondo alcune definizioni si caratterizza per essere un breve componimento diretto a fissare, per lo più in modo ironico o satirico, l'interpretazione personale di un fatto, sì da indurre il lettore alla riflessione o al riso. Certo la brevità del testo è elemento necessario ma non sufficiente (esistono altre scritture che si caratterizzano per la loro concisione: haiku, certa poesia ermetica, scrittura aforistica). La parte finale della definizione appare poi i

Dialoghi poetici coi Maestri 6. - Salvatore Quasimodo

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  Salvatore Quasimodo - Foto di repertorio ALLE FRONDE DEI SALICI E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento. (Salvatore Quasimodo: dalla raccolta Giorno dopo giorno, 1947) _______________________________ PROLE ACCECATA È sottoterra che, seppellita, la parola germina, tra bave cieche di lombrichi e maceri infedeli di rami secchi; la parola tradita, come prole accecata nel sogno. E non basta dirsi vinti né cedere il passo a un silenzio nazista. Occorre avere la folle pazienza di chi illumina di fuochi fatui le macerie d'un dire senza segno. Speranza è parola sporca; odora di fango e muschi decomposti e si cela nell'attesa d'una pioggia che ne liberi i fa