Il canto del perdono
Inizia nel midollo una sorta di vibrazione che riassetta i ricordi e ricolora una tela abusata di tinte tenui. Non è dimenticanza è il passo sapiente della mano che articola lenta falangi e parole per un fine solo; una dichiarazione di resa. Il vero si manifesta sempre nel corpo come un canto di merlo al tramonto, e tutte le immagini che ti sei creato per negarne l'esistenza svaniscono come nubi al soffio del vento. La schiena si raddrizza e lo sguardo si fa nostalgico su un orizzonte che si sposta coi pensieri; è il richiamo del riconoscimento silenzioso d'un passato che tardava a passare. Quel nome innominabile diviene canto per una gola ormai matura a pronunciarne altri e nel ventre fecondo di speranza senti muoversi le primavere che sinora ti sei negato. Poi taci, è arrivato l'istante dell'ascolto e il corpo - sede unica di ogni nostro sentire - ti dice che è ora di pronunciare ancora quella parola interdetta. Inizia sempre nel midollo come una vibrazione d&