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(Redazione) - Specchi e labirinti - 31 - Piccola indagine poliziesca a partire da “Osicran o dell'Antinarciso" di Saverio Bafaro (Convivo ed., 2024)

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  di Paola Deplano Spesso molti esseri dotati di apparato fonatorio si sentono in diritto di usarlo per dire la loro su qualsivoglia argomento, pur non avendone contezza. Tali argomenti sono, di solito, quelli alla moda, dal cambiamento climatico, ai vaccini, all’insulto politico, alla guerra, al calcio, al narcisismo. Quest’ultimo topic viene spesso tirato fuori tra lacrime e recriminazioni tutte le volte che qualcuno si trasforma dal Principe Azzurro (o dalla Principessa dei Sogni) in un banale ex.  L’azzurro sbiadisce, i sogni diventano incubi e viene fuori, immancabilmente, il narcisismo perverso della persona che ci aveva fatto battere il cuore. Per carità, a volte è vero, a volte abbiamo veramente avuto a che fare con questa maschera demoniaca, ma non penso sempre sempre. Anche perché essa, a detta delle nostre lacrime e delle nostre recriminazioni, non inficia solo gli amori, ma può oscurare il volto di genitori invadenti, fratelli-coltelli, parenti fino al ventesimo grado, ami

(Redazione) - a proposito di "Osicran o dell'Antinarciso", raccolta poetica di Saverio Bafaro (Il Convivio ed., 2024) - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Del mito di Narciso tutto è già stato detto, e tutto ancora si potrebbe dire, soprattutto in un'epoca come la nostra in cui, quantomeno in ambito poetico, è assai difficile tracciare una mappatura di scritture capaci di scardinare il rapporto autore-poeta/poesia. Più volte, lo sapete, mi sono soffermato sulla necessità di ridefinire la poesia come fenomeno attraversativo cui il poeta partecipa, forse, più come ascoltatore e trascrittore di voci a lui estranee che come autore in senso lato.  In ogni caso, che si vogliano accogliere teorie antiche di ispirazione etero-generata del poeta o che, più modernamente, si rimarchi della poesia il suo elemento sempre collettivo e plurale, una cosa è certa: urge, e sempre con maggiore impellenza, uscire in fretta dagli ombelichi dei poeti e cercare di ritornare ad osservare il mondo delle suggestioni e intuizioni che traduciamo, poi, in poesia.  Questo è il senso profondo della raccolta di Saverio Bafaro  che oggi presento - "Osicran o d

Sei inediti di Saverio Bafaro

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Il fiore più bello ha instillato il più grande timore: la sua fierezza è un involucro tragico la sua erezione una violenta presenza. Quali misteriose trame cela il suo giovane sognare, quali la sua magnificenza? E nelle sue pupille viste da vicino quale figura si nasconde vivendo in parallelo un destino capovolto? Con quale prodigio e sotto quale condizione si uniranno il fuori col dentro in un essere più completo che non muoia nel nascere e che non nasca nel morire ___ Premendo mi dici di esserci specchio conficcato nel fianco così da dentro riesco a sentirti corpo pieno di contenuti e dispositivi di immagini desiderose di esser viste nelle ossa, nei muscoli, nelle cavità in un sentire che tutto unisce con la testa a completare il viaggio e oltre non posso transitare e niente più, oltre questo bastare ___ Separare e poi sovrapporre in parte l’uomo e la donna che porto in me rendendo grazie al loro esserci, armonizzarne con voluta intensità le fisionomie ai due lati dello specchio con