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(Redazione) - Speciale "I Romantici" - “Giacomo Leopardi e la lingua ebraica antica” di Sergio Daniele Donati

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  di Sergio Daniele Donati FERDINAND VICTOR EUGENE DELACROIX - TIGRE E SERPENTE   I Romantici hanno aperto sulla nostra contemporaneità, hanno coniato mutamento radicale del modo di sentire e pensare mondo. La Redazione de Le parole di Fedro ha progettato uno Speciale sui Romantici mettendo a fuoco taluni aspetti di Autori del XIX sec. Ad una fase di progettazione redazionale è seguita la stesura relativa agli Autori che ognuna/o ha proposto. Ne è nata una tavolozza di sguardi su quest’epoca e le sue innovazioni. Nulla di esaustivo ma, tutto nel segno del piacere della condivisione con Lettrici e lettori di Le parole di Fedro. La Redazione de Le Parole di Fedro _________   L’ebraico è lingua antica, almeno quella dal poeta conosciuta, sicuramente precedente alla rinascita dell’ebraico come lingua correntemente parlata, la quale ultima ha tanto in comune con l’ebraico biblico da Leopardi studiato da autodidatta, ma non può certo alla stessa essere sovrapposta. Come sottolineato da Miria

Dialoghi con l'assenza

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Immagine tratta dal film di Akira Kurosawa I sette samurai No, non farlo quel conto, non fare diventare  le tue assenze numeri. Coprile di silenzio piuttosto e trema, ché il D.o dell'assenza,  se chiama con voce roca, non lascia possibilità d'appello. E tu hai gli occhi da gufo, incapaci di mentire o di coprire d'oro  la melma delle tue voragini. Se invece chiama  con voce di miele scappa, fuggi  dal campo dello sterminio. ______ Testo - inedito 2024 - di Sergio Daniele Donati  

Quattro poesie inedite di Cinzia Coppola - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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    Vi presentiamo oggi quattro poesie inedite della poeta Cinzia Coppola dai tratti sicuramente delicati e con un richiamo ad un vissuto personale che rimanda con linearità e precisione a quello del lettore.  La poeta si rivolge ad un tu che alle volte, come nella prima composizione, appare essere legato ad una divinità o trascedenza della quale, tuttavia la poeta descrive tratti quasi umani, come la tenerezza provata per i canti dei bimbi e i veli delle spose, altre verso simboli che richiamano direttamente al mito (trombe tibetane e storie dei titani). Non è dato sapere se il tu cui la poeta si rivolge nella seconda poesia sia lo stesso, ma è certo che in tale composizione i tratti si fanno allo stesso tempo più incisivi e più delicati, quasi a richiamare un'esperienza del vissuto che si vuole sublmare in parola.  Un poesia dunque delicata e, alla volte, dedicata come nell'ltima composizione in cui la figura paterna è connessa all'attesa di un ricordo sonoro, di una voce

L'adolescente che porto dentro

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  L'adolescente ricciolone che porto dentro - un tipo burlone,  un po' sognatore e a volte rissoso - mi parla mentre inciampo  per strada e ride  di quella buffa  continuazione di sé che porta il suo nome e il suo sguardo astigmatico sul mondo.  Ma io da terra lo chiamo e gli mostro il suo ritratto di spalle in una pozzanghera. Allora non ride più, perché l'adolescente  che porto dentro è timido e mai  avrebbe voluto lasciar  traccia nel mondo. _________ Foto e testo - inedito 2024 - di Sergio Daniele Donati 

Il fuoco blu

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C'è un fuoco blu dietro la retina, una fiamma mai spenta sostenuta dalla delicatezza di un silenzio di giada. Quello è il luogo ove la notte mi nascondo a forgiare la lama di una spada il cui nome è ancora da venire ma di cui conosco il taglio. Un colpo, un colpo solo, e poi la solitudine nel vento . _____ Testo e foto di Sergio Daniele Donati 

Ho sognato stanotte - Cette nuit j'ai rêvé

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  Vagavo come rabdomante il legno biforcuto in mano alla ricerca di sorgenti liquide e appigli sensoriali, scudi contro i segni della non (r)esistenza. Camminavo,  certo del mio passo, in una nebbia color fuoco e la montagna di lontano - sfocata nei contorni - pareva uscire da una pittura zen. Sul ramo basso  la salamandra mi osservava attenta e così io, in attesa di una sua parola. " Ràdicati ", diceva. " Qui ?", chiedevo. " No, fuori dal sogno e prima della veglia. Là, nel tempo-luogo della transizione, ràdicati,  prima che lui venga ". Lasciavo cadere il ramo  a terra e mi spalmavo  terra e fango sul volto. Poi prendevo la postura dell' assente a sé stesso - il mio corpo di cristallo di rocca, lo sguardo nel chissà dove. Aprivo gli occhi e, nel dormiveglia, nessuna traccia della sua venuta. Solo un dolore lancinante alla coscia destra  e lo sguardo di fiamma - blu - puntato dritto  sul chissà quando. _____ Je vagabondais comme un radiesthésiste le b

Poesie inedite di Paola Di Toro - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

È sempre un piacere poter pubblicare degli inediti di una poeta, come Paola Di Toro , che sanno tracciare linee di unione tra un mondo interiore che si percepisce come palpitante e vero e una indiscutibile attenzione alla forma ed al lessico che altro non fa che levare la mente del lettore sulla possibilità di rielaborazione dei propri stessi vissuti.  La poeta negli inediti che vi proponiamo si rivolge ad un tu impersonale , creando immediatamente col lettore un rapporto di intimità e ascolto che si percepisce come  reciproco .  Voglio dire che l'impressione dominante nella lettura di questi versi è che ci sia una sorta di ricerca della poeta del centro del lettore , una chiamata alla comunicazione diretta e senza orpelli linguistici che altro non farebbero che impedire il bel ritmo di queste poesie.  Forti, poi, sono i richiami all'ambiente naturale in cui, tuttavia, sia la poeta che il lettore non si sperdono ma, al contrario, paiono radicarsi sempre più.  La Natura, così co