Quel "non so che" dell'approdo poetico - piccole intuizioni a margine - di Sergio Daniele Donati

Foto di Sergio Daniele Donati Quelle che sto per scrivere sono mere intuizioni alla rinfusa dettate da un'impellenza che l'insonnia di stanotte, con il suo portato di flussi incrociati di pensieri, mi ha portato. Quando la mente è stanca, per evidente paradosso, entra in iperproduzione, come piccioletta barca (1) , in cerca di un approdo sicuro, e sarebbe bene, se solo si fosse capaci di farlo, seguire il dantesco consiglio e non intraprendere quel viaggio. Ma, se le cime sono ormai sciolte, e altro non resta davanti a sé che l'indeterminata infinità del mare, non resta che navigare. Allora stanotte, tra mille pensieri non certo rassicuranti, ho potuto indagare la natura di approdo del dire poetico. Versi sparsi, letture incrociate, si posavano infatti come lenimenti su quella sorta di iperventilazione mentale che mi stava attraversando. E quei versi, a cui tributo vera gratitudine, li ho potuti analizzare nella loro struttura più celata, come se fo...