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(Redazione) - Specchi e labirinti - 31 - Piccola indagine poliziesca a partire da “Osicran o dell'Antinarciso" di Saverio Bafaro (Convivo ed., 2024)

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  di Paola Deplano Spesso molti esseri dotati di apparato fonatorio si sentono in diritto di usarlo per dire la loro su qualsivoglia argomento, pur non avendone contezza. Tali argomenti sono, di solito, quelli alla moda, dal cambiamento climatico, ai vaccini, all’insulto politico, alla guerra, al calcio, al narcisismo. Quest’ultimo topic viene spesso tirato fuori tra lacrime e recriminazioni tutte le volte che qualcuno si trasforma dal Principe Azzurro (o dalla Principessa dei Sogni) in un banale ex.  L’azzurro sbiadisce, i sogni diventano incubi e viene fuori, immancabilmente, il narcisismo perverso della persona che ci aveva fatto battere il cuore. Per carità, a volte è vero, a volte abbiamo veramente avuto a che fare con questa maschera demoniaca, ma non penso sempre sempre. Anche perché essa, a detta delle nostre lacrime e delle nostre recriminazioni, non inficia solo gli amori, ma può oscurare il volto di genitori invadenti, fratelli-coltelli, parenti fino al ventesimo grado, ami

(Redazione) - Specchi e labirinti - 30 - sulla poesia di Marco Plebani

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  di Paola Deplano     « Mi sono fedelmente dipinto con tutte le mie follie nell’ Ortis ». Questo scriveva Ugo Foscolo in una lettera ad Antonietta Fagnani Arese. La stessa frase, ovviamente cambiando il titolo, la potrebbe scrivere Marco Plebani a proposito della sua silloge Decimo dan , uscita nel 2022 per le Edizioni La Gru. Non me ne voglia l’autore se comincio a parlarne in termini di follia, ma qui si intende una follia buona, ricca di spunti, divergente dalla massa, in ultima analisi sana . Una follia che merita attenzione e persino, per ricalcare Erasmo da Rotterdam, un “elogio”. Del resto, sono autorizzata a scomodare questo scomodo termine da Plebani stesso, nell’esergo, che recita così: A tutti i sacrifici intenzionali, estorti, biologici, chimici, psicodinamici e monetari che m’hanno fatto diventare ansiogeno. Come non innamorarsi di un libro che comincia così? Perché chiunque legga con gusto la poesia non può che essere, poco o tanto, volente o nolente, ansiogeno, in q

(Redazione) - Specchi e labirinti - 29 - Arrivederci (un racconto)

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  di Paola Deplano Agosto. Guido veloce, nella strada dritta che costeggia il mare, alle due del pomeriggio. Devi prendere l'aereo e, come al solito, hai fatto tardi. Sei bellissima. Dai finestrini aperti entra l'aria infuocata che ti sconvolge i capelli. Non ti piace l'aria condizionata, come non piace a me, quindi finestrini aperti in una macchina che sfreccia verso l'aeroporto. Canti a squarciagola sopra l'ultimo di Gianna Nannini che mi hai regalato per il mio compleanno. Piace a te, non a me. Pazienza.  A caval donato... Lo ascolto solo quando in macchina ci sei tu, per farti piacere. Vorrei dirti tante cose, ma sto zitto. Mi mancherai. Non ci siamo mai separati. Io vivo per te. Ti volti e mi sorridi. Come somigli a tua madre. Ce ne sono state altre, ma nessuna come lei. Nessuna coi suoi occhi e il suo sorriso. Cioè: i tuoi occhi, il tuo sorriso. Avevi dieci anni quando un uomo brutto col camice le disse: - Lei ha un tumore. Le restano sei mesi. - Calmo, tranq

(Redazione) - Specchi e labirinti - 28 - Girando intorno a Elsa Morante, poeta #1

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  di Paola Deplano Siamo abituati a pensarla romanziera, una romanziera di prim’ordine: Menzogna e sortilegio, L’Isola di Arturo, Aracoeli, La storia sono tutti titoli che confermano questa sicura vocazione allo scrivere in prosa. Ce lo conferma lei stessa, quasi timidamente, nella premessa al suo primo libro di poesie, dal titolo Alibi : « L’Autrice prega i lettori di perdonarle l’esiguo valore e peso di queste pagine. Essendo infatti, lei, per sua consuetudine (oltre che per sua natura e per suo destino) scrittrice di storie in prosa, i suoi radi versi sono, in parte, nient’altro che un’eco, o, se si voglia, un coro, dei suoi romanzi; e, in parte, nient’altro che un divertimento, o gioco, al quale essa ama talvolta abbandonarsi senza troppo impegno, per semplice piacere della musica. Se, dunque, si è ridotta a pubblicare questi versi (dei quali poi alcuni, come si vede dalle date poste in fondo, risalgono agli antichi tempi della sua prima giovinezza) l’Autrice l’ha fatto soltanto ne

(Redazione) - Specchi e labirinti - 27 - Cuore Leggero

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  di Paola Deplano «Hai una pronuncia pessima.» Avevo detto una parola in inglese, alla cena di fine anno tra colleghi - e lui mi aveva corretta così,  davanti a tutti: « Hai una pronuncia pessima. » Proprio questo aveva detto, me lo ricordo ancora,  anche se non brucia più: « Hai una pronuncia pessima. » Mi stava facendo pagare il fatto che lo avevo COSTRETTO ad uscire con i MIEI amici. Degli altri ricordo, a questo punto, il silenzio imbarazzato, gli sguardi nei piatti. Di te ricordo gli occhi dispiaciuti per me - e su di me. Dopo qualche bicchiere di troppo, prese di mira anche te. Non direttamente, per carità, ma si capiva  benissimo a chi fosse rivolta la violenta filippica contro i terroni che rubano il lavoro agli altri. Vani  furono i tentativi di farlo stare zitto, non solo miei.  A scuola ti volevamo - ti vogliamo - tutti bene.  Solo tu non parlasti, come se la cosa non ti riguardasse, come se tu fossi nato a Bolzano da genitori finlandesi, non in un paesino del Salento, vist

(Redazione) - Specchi e labirinti - 26 - Invito alla lettura de “Il paese invisibile e il passo per inventarlo” di Roberto Marconi

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  di Paola Deplano avevo fatto a posta a forare proprio per scoprire quell’essere che viveva del suo lavoro dentro a una grotta di fronte alle figlie dell’Addolorata. La mia verità non è del tutto giusta ero stato avventato con la bicicletta catene manubrio testa qualcosa comunque s’allentava e quindi la parola diveniva zitta di fronte a quel volto rubizzo tutt’uno con ogni meccanismo. Un mistero senza insegna. Tutti sapevano il mestiere il sopran- nome ma la sua storia è sepolta come uno di quei tanti vini impolverati dal niente come le tante cantine affrescate da altre mura come ogni esercizio quando è chiuso non ha età. E venni a sapere che con la madre vissero insieme anche all’ospizio e poi pure al cimitero e lei di cognome faceva Poeta Ci piace cominciare questo scritto con un’infanzia qualunque, nei primi anni Settanta del secolo scorso. Un’infanzia coi bambini che corrono in bicicletta, pronti ad emularsi in corse sfrenate e a cadere rovinosamente sulla sabbia o sul selciato pe

(Redazione) - Specchi e labirinti - 25 - Le galline capitaliste

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di Paola Deplano Mentre nascevo nevicava così tanto che l'ostetrica è arrivata a cose fatte: ho imparato presto a cavarmela da sola. La signora Eleni era l'ostetrica del villaggio, nonostante fosse probabilmente semianalfabeta e sicuramente sempre sbronza. La sua Dacia sbiadita e sbatacchiata percorreva a tutto gas le strade sterrate del circondario, sollevando, a seconda della stagione, nubi di polvere o schizzi di fango. Le galline, che di solito passeggiavano indisturbate per le vie del centro, al suo arrivo scappavano terrorizzate, nel disperato tentativo di non rimetterci le penne. Alcune di esse - le ritardatarie o le distratte - proprio non ce la facevano a scansarla e finivano sotto le ruote. A quel punto Eleni le acchiappava per le zampe ancora agonizzanti e le sbatteva in macchina senza tanti complimenti. Se il padrone correva a rivendicarne il possesso, la donna se la cavava dicendo che una gallina incustodita è una gallina di tutti, dunque anche sua. Anzi, soprattu

(Redazione) - Specchi e labirinti - 24 - Luce altra di Ezio Settembri

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di Paola Deplano Ezio Settembri ha una scrittura limpida, tersa, come la «Chiara mattina di novembre», luminoso incipit della sua silloge D’altra luce (PeQuod 2023). Questo libro è una scrittura di esordio, ma un esordio già maturo, reso maturo dai molti inediti usciti in blog e riviste e dalle opere di riflessione e critica sulla poetica altrui (prendo ad esempio, fra tutti, il suo primo saggio Il mito ritrovato. La poesia di Umberto Piersanti , Edizioni Industria & Letteratura 2021). Una maturità che si è nutrita di molte letture, tra italiani e stranieri, e di esperienze di vita semplice e concreta che ne hanno fatto, nonostante la giovane età, un uomo solido e centrato, poco avvezzo a svolazzi e a voli pindarici. Ecco, il bello delle sue liriche sta proprio qui: nel regalarci le parole che ciascuno di noi, lettore o lettrice comune, vorrebbe poter dire. Nel regalarcele con sobria gentilezza, illustrando i suoi – i nostri – solidi valori. Chi cerca una poesia stravagante, di s

(Redazione) - Specchi e labirinti - 23 - Nel nome della Memoria, Piersanti riabilita Carducci

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di Paola Deplano «Memoria. È una parola che ti risuona dentro, che ti riempie, ma anche un po’ sconvolge. Pensieri, emozioni, riflessioni, tutto s’intreccia fino a rendere difficile un qualche discorso. Per me, poi, è la memoria che riesce a dare un senso alla vita, che fa sì che questa non si disperda in una miriade di frammenti senza storia. Non voglio perdermi in un’analisi complessa e incerta. Qui parlo della memoria attraverso le pagine di autori che sono stati fondamentali non solo e non tanto per la mia scrittura, quanto per la mia vita. Ed intreccio un dialogo continuo tra questi testi e i miei, tenendo sempre presente la grandezza ineguagliabile degli autori che mi hanno segnato. È in tale dialogo tanto serrato quanto sproporzionato che ho cercato di trovare il senso e il fil rouge di queste pagine.» Con queste parole della Premessa Umberto Piersanti presenta il suo ultimo libro dal titolo Memoria , uscito per Vallecchi nel marzo 2023. Lo fa, come si vede, con delle parole p