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Un passo lento

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  Foto di Yoal Desurmont su Unsplash.com Del ponte di giada che dovevo attraversare mi colpì l'imperfezione di un innesto di legno, sul bordo sinistro. Un rattoppo, un inserto tarlato e volgare parlava di una luce che si tiene in vita nella polvere e nell'ombra e raccontava della parola che germina come corpo estraneo ai nostri silenzi. Mi voltai e diedi le spalle al Palazzo di Cristallo. Era l'ora del ritorno a cercare radici imperfette, per immergere di nuovo le mani nel fango e riempire il mio zaino di zavorre inutili. Camminavo di nuovo con un sassolino in tasca e lo sguardo bambino sulle screziature color ebano di un'esistenza dedicata all'altare del passato. _____ Testo — inedito 2025 — di Sergio Daniele Donati 

Espulso dalla nenia

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Foto di CrowN  su  Unslpash Espulso per ribellione  dalla nenia — fragile  e perenne argomentare sé stessi — venivo trascinato verso altri spartiti, e canti di piume di esistenza. Non c'è sofferenza nella penna che sa scrivere:             "io mi perdono" anche se il suo inchiostro ha il colore del sangue. Video lettura di Lorenzo Pieri

Puzzle

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Foto di  Davit Margaryan  su  Unsplash Sfioro con polpastrello incerto briciole scomposte di verità. Della vita percepisco il puzzle. Tessere di dolore cieco ne formano il perimetro; e donano limite e respiro allo spazio ancora vuoto di accordo e intuizione  di un nuovo sogno. _________ Testo — inedito 2024 — di Sergio Daniele Donati

L'antico tarlo

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  Foto di danilo.alvesd su Unsplash L ' antico tarlo ha intarsiato cunicoli sulla tavola. ha calli sulle dita e sa bene che l'Antico é ingrediente di ogni scrittura.          L asciatemi solo col tarlo          Non sarò mai avanguardia          e il mio occhio sinistro         — quello più aperto          alla grida del mondo —         guarda sempre indietro.   _________ Testo – inedito 2024 –   di Sergio Daniele Donati  

Lux Aeterna #2

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Foto di  Daniele Franchi   da  Unsplash Improvviso strappo nel velo sacro. Sibilo. Voce di rame « L'altro da me [sia] la tua forma [possa io] restare celato dietro la tela » Cori di morte e rinascita Polifonie e fughe              [nel suono unico] Voci fossili. Tracce minerali Ritorno all'ascolto                 del Nulla Silenzio [vibrazione verde richiamo all'emersione                        del vuoto] Universo [chiamato]                    testimone Nello specchio                      la parola del punto e virgola dietro la tela [Piccolo sorriso       (il) Tutto si crea] Foto di  Daniele Franchi da  Unsplash   "Lux Aeterna" di Gÿorghy Ligeti,

Donna - Eppure #2 (microracconto)

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  Foto di Sara Groblechner su Unsplash "Eppure questo dialogo con un'assenza eterna nella mia mente non ha mai fine. Mi spezza il respiro al risveglio e mi accompagna la notte nel sogno.  E mi fingo fragile per nascondere la mia forza e poi guerriera per poter celare al mondo le mie crepe. Cammino con un sorriso che ammalia lungo le sponde della vita ma quella voce - quella voce - non tace e mi chiede un ascolto che non posso darle senza la presenza di chi qui non è più."    Questo pensava mentre i suoi passi, ritmati dal colpo secco sull'asfalto di un tacco basso , sembravano celare danze di Tango dietro lacrime inespresse.  "Il mare, il mare sì, potrebbe accogliere quella voce ed ascoltarla e darle pace e risposta, non io.  La mia vita: un susseguirsi di battaglie e risurrezioni, la tenacia del morso che non molla il polpaccio, non sa donare risposta, ma pianti.  Il mare, il mare sì, potrebbe depositare sulla rena conchiglie rare e darmi pace, per...

Uomo - Eppure #1 (microracconto)

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  Foto di Sara Groblechner su Unsplash "Eppure ci deve essere un luogo dove la mia anima possa trovare riposo; o forse un tempo in cui non subisca la chiamata di un eterno e incolmabile vuoto".   Questo pensava mentre i suoi passi, sempre troppo lenti per lo sguardo indifferente del mondo, si avvicinavano a quella meta da lui solo conosciuta. "Il mare, il mare sì, potrebbe accogliere i miei pensieri e diluirli in rifugi per il paguro. Ho visto troppo, ho vissuto troppo, ho colto troppo poco insegnamento dalle mie visioni e, a conti fatti, ho perso l'occasione di dirmi vivo...troppe volte".   Era l'incessante suo  giocare con le parole; la trappola in cui si era rinchiuso sin da piccolo per non vedere, per non vedere la smorfia che dava il suo riflesso negli occhi altrui. Si fermò davanti alla distesa d'acqua, guardò l'orizzonte, suo eterno compagno di meditazioni, contò tre respiri profondi, di quei respiri che paiono poter contenere smisurate ga...

E m'ama - non m'ama (Oblivion)

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  Foto di pubblico dominio di Gabriel su Unsplash E m'ama - non m'ama. Lo spoglio dei petali che cadono a terra in silenzio; ligi al dovere di morte  che portiamo, al giogo delle proiezioni, perchè, lo sai, io non sono lui. Noi siamo pelle bruciata dal sole, pelli sole, che ardono e boccheggiano,  l'uno senza l'altra, come pesci rossi fuori dalla boccia.   In alto mani sfiorano un cielo comune, in basso piedi sollevano polveri; un tango improbabile attorno ai nostri limiti, attorno all'imbroglio,  al bavaglio stretto a soffoco su una parola di cinque lettere -  palpita ancora, sai,  cuore di fringuello sul palmo della mano.   A me amano in mano e spaura il mio silenzio  se volo perchè non sanno che io torno. Ma tu dovresti sapere che torno; da sempre, io torno a cercare un tuo sguardo che ora si volta, perché io non sono lui, e lui non torna.   Non sono lui e porto sulle spalle il carico dei Campi e di milioni di nomi non pozze ove rifl...

Requiem #2

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Foto di   Jeremy Bishop   su   Unsplash   Da quelle terre proviene il mio grido. Dall'immnesità del pulviscolo giallo l'inerzia della sentinella e la lama in un fodero blu, di pelle di biscia. Nella stasi la legge del mutamento, la poiana in cielo e la serpe per terra; resto immobile a contare del deserto i respiri. La voce che fosti allora è tornata oggi in sogno. Non domandare, nemmeno in quel regno, perdono. Io sono figlio di sale, guardia dell'abisso. Guardo e non mi è ormai concesso il rimpianto. Posa la mano sulla roccia piuttosto ed ascolta quanto laceri lo sterno la voce di un bambino che muto muore.   _____   Testo - inedito 2024 - di Sergio Daniele Donati 

La risposta di saggezza del bambino - התשובה החכמה של ילד

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  Foto di libero accesso  Levi Meir Clancy su Unsplash Ringrazio l'autore e la piattaforma dal profondo del cuore Testo  - inedito 9.10.23 - e traduzione dall'ebraico di Sergio Daniele Donati יש מרחק עצום - מרחק דק - בין כתיבה לחיים יש מרחק דק - מרחק אינסופי - בין מילת התמיכה  ומילת האשמה אל תדבר  על המילה הקדושה אם אתה לא יודע את זה נסעתי מרחק אינסופי מרחם אמא במילה הראשונה שלי ואולי היכולת שלך  לבכות לפני שאתה מנסה לדבר היא קדושה C'è una distanza immensa - una distanza sottile - tra scrittura e vita C'è una distanza sottile - una distanza infinita - tra la parola di sostegno  e quella d'accusa. Non parlare  della parola sacra se non la conosci. Ho percorso una distanza infinita dal ventre di mamma alla mia prima parola E, forse, la tua capacità di piangere prima di cercare di parlare, lei è sacra