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(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 36 - "Guardiani delle parole": appunti sparsi sull'Etica della Parola - parte quarta

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    di Sergio Daniele Donati Al di là delle più o meno ponderate definizioni di etica della parola, e al di fuori di contesti che tutto inglobano e in cui tutto appare ora essere in poesia assunto etico (in passato la stessa sorte ha avuto l’aggettivo politico in poesia), un piccolo cenno definitorio su cosa sia, almeno per chi qui vi scrive, l’etica della parola bisognerebbe farlo. Come già ho scritto  più volte su queste pagine in tre interventi (vedi i seguenti link:  1,   2,   3 ), ritengo che possa rivestire un ruolo etico ogni discorso che pone alla sua base il quesito attorno alla motivazione ed agli effetti di una scrittura o, ancor meglio, di una parola. Voglio dire che certe scritture, che pure possono avere in chi le legge un esito etico, non nascono da una spinta etica precisa, proprio perché carenti di quella domanda che dovrebbe precedere la scrittura stessa. Chi scrive senza porsi il quesito relativo al suo posizionamento nei confronti della parola (come creatore

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 26 - Sergio Daniele Donati dialoga con la poesia "Ora scende nella terra" di Yehuda Amichai

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di Sergio Daniele Donati Ora scende nella terra Ora scende nella terra,  ora è all'altezza dei cavi del telefono e dei fili della luce e dei tubi delle acque pure e impure,  ora scende nei luoghi più bassi,  luoghi inferi dove sono le ragioni  di tutto questo fluire,  ora è negli strati della pietra e delle falde acquifere dove sono i moventi delle guerre e le cause prima della storia e le future sorti dei popoli e degli uomini ancora non nati: mia madre, astronave di salvezza, la terra muta  in un vero cielo. (tratto da Yehuda Amichai - Poesie, Crocetti editore 2021 Traduzione di: Ariel Rathaus Prefazione: Ted Hughes) _______ Te lo dico in prosa, maestro mio, ché la poesia tace e la parola lascia solo tracce salate su un detto che non sa più esprimersi.  Lo dico in prosa, dicevo, perché  ogni discesa è pioggia e irrora i luoghi meno attesi, troppo adusi a un dire arido e di sabbia. Sono i luoghi che calpestiamo, distratti e immersi in un sogno che sgorga dalla nostra necessità di