Quando danzai la danza della purezza
“Sergio Donati, passaggio di secondo Dan”, dice il Maestro. Seduto in Seizà, saluto alla giapponese e mi metto al centro del tatami. “Tecniche in piedi. Tre Ukè (attaccanti)”, dice il Maestro. Le mie mani diventano calde e lo sguardo si posa sull'orizzonte. Lontano. Saluto, in piedi gli Ukè. Posizione di profilo. Perfetta. Il primo prova una presa al polso. Esco dalla linea d'attacco, e entro sul suo asse verticale col gomito. Lo proietto lontano da me. Un perfetto Joko Irimì, una delle mie tecniche preferite. Il secondo mi attacca alle spalle. Faccio un veloce spostamento indietro. E lo proietto, facendolo girare attorno la mia schiena. Koshì Nage. Il terzo mi porta un veloce Tzukì (pugno centrale) al petto. Esco dalla linea d'attacco. Faccio una serie di leve su polso e spalla e lo immobilizzo a terra. Quando lo libero ci guardiamo e sorridiamo. Ci guardiamo e ci guariamo. “Bokken”, la spada di legno, dice il maestro. Due attaccanti. Mi giro e gli sorrido, me