Il condannato
E fu trovandosi legato a un palo che capì la costrizione del lampione, l'obbligo di illuminare sempre solo gli altri. E fu trovandosi, quasi per caso, a calpestare antiche tracce che si sentì liberato da un pesante fardello. “Non esiste altro dono da ricevere?”, andava ripetendo a se stesso, quasi fosse il più nascosto dei mantra. “Non esiste altro dono da desiderare?” Rimaneva intanto in ombra, come l'asta del palo, l'anima sua. E quei fucili che prendevano la mira lentamente, mirando al suo cuore, furono proprio loro a spingerlo a pronunciare la parola, unica, irritrattabile, definitiva. Alzò lo sguardo, lo posò su ognuna di quelle cinque grigie, opache, canne di fucile. Lo posò negli occhi di ognuno dei cinque fieri fucilieri. Fu uno sguardo unico o cinque, o forse dieci sguardi distinti? Certamente unica in quell'istante fu la parola che loro indirizzò. Unica, potente, univoca e definitiva. “ANGELI”, disse. I fucili si abbassarono...