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(Redazione) - Riflessioni, non recensioni - 15 - "I giorni dell’Ira": viaggio tra giustizia e vendetta: il dovuto riconoscimento, per non dimenticare

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di Stefania Lombardi Il film “I giorni dell’Ira” non è solo un film western ma anche e soprattutto un ammonimento sulle conseguenze delle etichette che possono fare tanto male fino a giungere ad atti estremi. Si è spesso partiti dalle etichette quando molte cose son precipitate. Il protagonista di questa storia è Scott “Mary” (Giuliano Gemma), etichettato come “bastardo” e socialmente ostracizzato come “netturbino”. Costantemente minacciato, evitato, insultato. Ha il rispetto – ricambiato – solo delle prostitute, essendo stata sua madre, “Mary”, una di loro. Ama, non ricambiato, la figlia del Giudice della cittadina. Tutto cambia quando in quella cittadina arriva Frank Talby. Si presenta sicuro, sa il fatto suo e offre subito a Scott un piccolo lavoretto e la promessa di raggiungerlo in saloon a lavoro concluso. Non appena Scott lo raggiunge, incontra la resistenza degli avventori e dell’oste perché a loro ripugna confondersi con uno come Scott. Uno degli avventori sfida Frank Talby,