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Una poesia inedita di Sergio Carlacchiani - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  impregnato da questa sfera di Divino essere tratto distintivo del procedere così cerco il tronco dove innestare l'inversione che ci faccia ripiombare nell'essere delle cose e tralasciare vano questo insignificante apparire una cascata labirintica di domande sul capo ora si sparge in mancanza di dati l'interrogativo è decifrare l'intricato più che leggere come intercettare sacra l'accettazione mediazione del mondo piangendo soli nel tormento quaggiù gli occhi pieni di polvere laviamo al mattino ciechi restando verso spazi feriti c'incamminiamo cercando quel verziere chiamato paradiso che infinitamente supera ogni ragione niente sfavillerà di più guardando nelle ultime notti alla nostra fine che il silenzio la voce delineata più potente dell'agognata pace  La lettura del testo dello stesso poeta   Pare a chi ora vi scrive che questa poesia inedita di Sergio Carlacchiani , che ci onoriamo di poter pubblicare, si muova su un sentire/sentiero che lascia al lett...

Una granitica certezza

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Mia era allora la granitica certezza di un'ascesa senza sosta. Il Sogno sarebbe bastato a sé stesso; per sempre. Ma gli odori, si sa; i profumi di mandorla di una pelle di cerva aprono nella pietra  varchi d'assenza e sgretolano in schegge d'avorio  i lessemi della notte. _____ Testo - inedito 2024 - di Sergio Daniele Donati

Senza titolo

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Foto dell'artista Noëlle Oswald, fonte costante d'ispirazione  Interrogarsi lenti,  nell'intervallo d'un sospiro, e fare di questo canto pioggia, su ali di farfalla. Tra costole feline la coscienza del creato;  nel piede del danzatore  un cosmo tornato atomo . lo comincio dove  si diluisce il mio nome  e vado; per tornare. Tu, dio burlone, bisbigli  che, forse, mai sei stato,  mentre il cielo versa lacrime di stelle tra i canneti del tuo nascondimento. _____ Testo - inedito 2023 -  di Sergio Daniele Donati 

Non dire dei lampi

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  In foto "Iod" di Sergio Daniele Donati Non dire dei lampi e tacita le voci che strappano un senso fallace al mondo dei suoni. Torna all'argilla grezza di un pensiero appena concepito e poi salta,  senza mostrare impedimento, nel mondo altro;  al tuo fianco.         Là, davanti all'abisso del creato          è scritto col fuoco          il nome dell'origine,          il viaggio a ritroso          del salmone nell'universo          solitario dell'incoscienza Non dire dei lampi e non curarti del simbolo che tende fili troppo sottili tra la tua ugola e l'orecchio eterno e distratto della natura.  Il sacro risiede sotto le unghie ebeti del contadino, tra le cere che impediscono agli occhi di dischiudersi al mattino per restare nel sogno.         Là, sul crinale, sta la soglia      ...

Cupole

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La prima cupola è strozzo, silenzio di giada e manto d'antico  su ogni vana parola. La seconda cupola  è lallazione scomposta, sogno piano  e idee d'ossidiana. Sotto la terza cupola sta uno sguardo bambino e il desiderio di ritrovarsi nel bosco dei ricordi di un infanzia solare mai vissuta . Foto e testo - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati

Due inediti di Felicia Buonomo

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Foto di Felicia Buonomo Inediti e foto sono di Felicia Buonomo e vengono pubblicati su sua gentile concessione RISIKO Mi acquieto mentre ti prepari a guerre dal possessivo sbagliato. Mentre dimentichi il conto delle mille (mie) vite assassinate. Dormo contando i popoli vinti sul campo, luce fioca nel buio delle tue conquiste. Risiko ha regole che da sempre non comprendo. Gioco per afferrare la logica di chi non sa comprendere - nemmeno di fronte a un morto. CAVERNA Come desiderio di bambina che non teme di andare incontro. Eppure ferma sul precipizio delle fiducie tradite. Da sempre improvviso i tentativi di vita. Sapere la luce, mi insegni. Come il bene, il lutto e ogni cosa certa del cosmo. Del buio ho fatto caverna. Protegge da freddo e nemici. Anche dall'amore, rispondi. ________________________________ Felicia Buonomo è nata a Desio (MB) nel 1980. Nel 2007 inizia la carriera giornalistica, occupandosi principalmente di diritti umani. Alcuni dei suoi video-reportage esteri son...

Davano Vita di Gisella Genna

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Davano vita ai violini dita di un uomo che non conosco, diceva il volto della bambina allora - gente andata guardava l'eclissi nella luce seppiata. Madre, sorridi ancora ignora ciò che non tornerà del tempo insieme; più del passato è vero il cielo, il suo cobalto. Gisella Genna - inedito