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Poesie inedite di Annalisa Barletta - con nota di Sergio Daniele Donati

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  Annalisa Barletta è poeta che Le parole di Fedro ha già con piacere ospitato ( troverete qui il link) .  La sua poesia è in piena evoluzione e crescita, come dimostrano i numerosi inediti che oggi abbiamo il piacere di proporvi, certi di un vostro apprezzamento.  Quella di Annalisa Barletta appare essere una poesia che, partendo dall'esperito giunge al simbolo, con una ammirevole e rara nonchalance attraverso l'uso di forme retoriche  quali  l'elencazione  e l'accumulazione capaci spesso di creare dei crescendo che lasciano al lettore una sensazione di dolce stupore.  L'uso sovente, poi, della prima persona singolare, appare qui più uno strumento di questionamento e domanda che un mero artifizio retorico.  In altre parole la poeta appare rivolgere ad un Sé incerto la richiesta che la parola sia capace di sciogliere la domanda che le batte forte in petto. D'altronde nella poesia finale di quelle qui presentate la poeta chiarisce  ogni suo rapporto con par

In breve (riconoscenza)

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  Solo bagliori e bisbigli prima del sonno che mi conduce al Tuo silenzio. ____ Video lettura di Lorenzo Pieri _____ Testo - inedito 2024 -   e foto   di Sergio Daniele Donati  

Lettera aperta di Sergio Daniele Donati a Danila di Croce (a proposito della raccolta "Ciò che vedo è luce" - pequod ed., 2023)

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  Mette rami più degli alti alberi  quel seme. E la forza  di quel seme ora è nel volo degli uccelli che lassù fanno il loro nido. dici tu, e io, abituato a sporcarmi le mani con l'humus nero della parola, non posso non pensare che la forza del seme — di ogni seme — è nella sua morte, nel suo sapersi annullare, perdere essenza per divenire altro da sé: germoglio, pianta, luogo di nidificazione e riposo per gli uccelli dell'interpretazione.  Ogni nostra parola dice — banale a dirsi — e, dicendo, si annulla, abbandona sé stessa e la culla del non detto da cui giunge, per permettere un volo sacro: quello dell'interpretazione, di un ermeneutica che è sempre altro da ciò che è stato detto.  Ecco la luce della tua raccolta, Danila, e — permettimi di dirtelo — anche la sua fertile penombra.  Perchè tu scrivi senza contorni, eppure in questo tuo approccio ai sacri pennini sembri non dimenticare mai il limite creativo del foglio.  Che occhi ha quell'ombra che mi gira attorno e

Surreale III

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  I dorsi dei libri, in fila come soldati, chiedono oblio e requie dallo sguardo da gufo stanco che porto sulle cose. Accolgo la loro stasi come l'unico dono che posso fare a me stesso. _____ Foto e testo - inedito 2024 - di Sergio Daniele Donati

A proposito de "La tera coverta" (La terra coperta) di Carlo Rettore (Puntoacapo ed, 2023)

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Prima ancora di essere dialogo - o forse per poterlo diventare - la poesia è incontro. E ogni incontro, come sosteneva Freud, nasce come un primigenio inciampo disturbante nell'alterità.  L'altro da noi è, primariamente, elemento di disturbo per il piccolo equilibrio instabile che costruiamo attorno a noi stessi, come se fosse uno scudo. L'incontro con l'altro ci obbliga ad uscire da una zona di conforto per riconoscere nell'alterità i semi della nostra stessa identità - non c'è nulla di più rifiutato della conoscenza del proprio Sé - e del nostro possibile viaggio di ritorno in noi stessi .  La poesia, dicevo, ha anche questa spinta inziale - faticata e faticosa - soprattutto perché chi la legge è, in un certo senso, obbligato a lasciare che le altrui parole lo modifichino, che lo spostino da dove pensava, fallacemente, di aver messo radici per esplorare territori nuovi o, quantomeno, dimenticati.  L'incontro con l'altro, quindi, inizialmente è sempre

Scale d'incoscienza

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Ho percorso i diesis  e i bemolle della scala della vita con la tenacia del paguro, e son saltato  sulle dissonanze dell'esistenza - intervalli di seconda e di settima - con l'ignoranza del fossile. L'ho fatto così,  lo sguardo reso ebete dal desiderio d'evanescenza. Tu parli di aperture del terzo occhio a chi porta sul mondo cataratte di sguardi astigmatici. Coscienza è parola da tacitare ai suoi primi vagiti e di  visione non parla chi ha eletto la via di una fuga  - pachidermica e senza grazia - dal sogno malsano della sapienza. _____ Foto e testo - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati 

La linea di fuoco

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  Costa uno sforzo enorme lasciar lo sguardo libero di posarsi su altro che non sia la linea di fuoco - il crinale di schegge - che separa due pelli aliene. Eppure è proprio in quella ustione che si opera uno scambio molecolare che ci dice diversi dal prima e identici a un poi che già dimora i nostri midolli. ____ Ispirata alle opere di Emilio Tadini Testo di Sergio Daniele Donati 29 Ottobre 2023

Lo iato

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Separare per creare, per dirsi nel vuoto  capace di portare un nome al di là di un confine  che pare di pietra. In ogni iato risuona un canto che risponde a una domanda e il deserto che mai visitai  è la terra su cui poggia l'ossidiana del mio sguardo. Ogni iato è legge - risveglio dell'ermeneuta - e le parole che mai lessi sono la dimora della mia comprensione. Ogni iato è urlo di voci bambine; lontane e il gesto che mai feci rende il mio pugno carezza. _____ In foto opera di Emilio Tadini Testo di Sergio Daniele Donati  

Assenza

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Capita poi che un dire arcano scopra dell'assenza la finzione, che basti dirsi piano " non c'è " e omettere in fin di frase quel " più " che divarica lo iato tra il prima e il poi . Capita che basti che il male ricevuto sia detto per interrompere lo spurgo della ferita e osservare piccole lucciole ricucire i lembi di uno strappo. Capita di ricordarsi chi si è stati e da quali deserti, da quali pietre aguzze giungano i tuoi passi e di dirsi  che non è il caso di accanirsi a cercare  bellezza   in ciò  che non è più. ____ Testo inedito  di Sergio Daniele Donati

(Redazione) - A proposito della raccolta "6090" di Diego Baldassarre (Convivio ed., 2019), una nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Alla redazione de  Le parole di Fedro     piace pensare alla poesia come un elemento dinamico capace di fermare - in chi la legge - la percezione di una certa frenesia del tempo.  Corollario evidente di questo pensiero è una certa lentezza e tendenza all'approfondimento nella lettura, prima di crearne delle note, ma, allo stesso tempo il rifiuto di soffermarsi solo sulle novità in uscita. Le parole di Fedro,  proprio per il nome che porta, ha come unico parametro di valutazione di una raccolta o di un inedito la sua Qualità,  e a quel parametro si attiene scrupolosamente, anche per non incedere nelle ire dello stesso Fedro (che ricordo a tutti essere quello di Robert Pirsig, che sulla ricerca di cosa sia la Qualità ha speso tutta la sua travagl iata vita). Non vi paia dunque in controtendenza la presente nota dedicata ad una meravigliosa raccolta di Diego Baldassarre dal titolo "6090", apparsa per il Convivio editore già nel 2019.  Anzi è proprio questa raccolta che mi

Estratto dalla raccolta poetica di Federica Bembo "Il mio gioco preferito" (Ensemble ed., 2023)

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  Siamo lietissimi di poter pubblicare - in estratto dalla raccolta poetica di Federica Bembo "Il mio gioco preferito" (Ensemble ed., 2023) - alcune composizioni che si caratterizzano per l'originalità, l'incisività e la padronanza lessicale e linguistica. La poeta è sicuramente, nonostante la giovane età, qui a presentarci una raccolta densa di maturità poetica e, pertanto, ne consigliamo a tutti la lettura attenta ed approfondita.  Per la Redazione de Le parole di Fedro il Caporedattore -  Sergio Daniele Donati ____ ESTRATTO DALL'OPERA Dipartita Dio è una metafora dell’uomo?  O l’uomo una metafora di dio?  Questa è la caduta di dio.  Ma se fossero vere entrambe?  Forse stiamo pensando troppo forte. Andato è l’uomo,  andato è dio.  La metafora rimane. 8/7/2019 Pensare Tra le nubi  mi aggiro persa.  Pesante  ma sottile è la mia casa fra le nebbie. 24/11/2021 Il viaggio del poeta Sai solo tu, poeta, dove la vita conduce.  Solo tu dipingi quel buio  che rischiara.

Potrei

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Potrei dirti del sospiro  che si lega a un passato immaginario e pieno, del sogno lasciato macerare sotto foglie autunnali di lacrime, della goccia salata sul mio volto che mi dà un'assenza sovrana  cui da sempre non so dar nome. Potrei parlarti del muro che perde intonaco mentre svapora ogni mia speranza di raccogliere ancora una volta una parola da te abusata - di cinque lettere - nel mio costato. Potrei dirti che non mi basto, né mi basta più il pennino,  che vorrei accartocciarmi  la pelle e gettarmi assieme ai troppi fogli bianchi nel cestino dell'oblio. Potrei dirti tutto questo e tanto altro ancora - intonare il canto del fallimento o separare le acque superiori da quelle inferiori,  nelle mie ciglia, potrei dirti della resa e di quella vocina che mi invita  a non desistere e allo stesso tempo  a non esistere - Ma taccio e così fai tu, presi entrambi dalla spirale che niente più insegna a due anime che hanno perso il filo che dicevano eterno di un legame d

Dialoghi poetici coi Maestri - 63 - Vittorio Bodini

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  Tanti anni Noi abitiamo in una rosa rossa. Passavano treni in corsa alla periferia - un gomito sonoro - e tutto il resto era un fermento di cieli. Un meriggio d'inverno, col sole su un muro bianco, riconoscemmo la nostra amata calligrafia. Chi avrebbe mai pensato che voi scriviate come un'ombra d'alberi, come i pettini freddi con i denti coperti di capelli! (S'era in pena per voi.) Così passammo la notte. Vittorio Bodini - Tratto da " Altri versi" (1945-47) Quel giorno Il giorno in cui riconobbi  il tratto incerto di una calligrafia a me familiare sulla corteccia di una betulla la cui epidermide bianca  era macchiata dalle sbavature di un inchiostro bambino, quel giorno, dicevo, compresi - con la grezza sapienza dei midolli - la debolezza di ogni nostra articolazione e la tenace tensione del ramo verso l'alto. È il peso dell'indicibile, sai, che ci impedisce di seguire  una linea retta  e verticale verso l'infinita  area  bianca  dei significat

Poesie tratte da "L’amore e tutto il resto - Poesie 1996-2022" (Interlinea Ed., 2023) di Andrea Temporelli

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_____ LA SCIENZA DEGLI UMANI Tutto ritorna qui la prima volta oppure non esiste. Il bagnasciuga restituisce vergini le veneri e il sale smangia i nomi, li confonde. I legni per esempio d’Argonauti per la risacca della mareggiata tornarono a fiorire nel Polesine, tra il moto immoto delle acque e dei cieli. E sono pali e reti per la pesca, adesso, vele anonime da quando non possono mancare mai il bersaglio perché tutto è perfetto, non c’è scarto. La scienza degli umani è proprio questa, riciclare galassie e nebulose in nuvole d’insetti o licenziare i guerrieri silenti e disarmati. Tutto ritorna qui la prima volta, per la risacca della mareggiata. Non possono mancare mai il bersaglio i guerrieri silenti e disarmati. ____ FINO A CHE SIA LIMPIDO C’è un dettaglio importante in ogni storia e un passaggio segreto anche per lui da cui filtra la scena di età in età come uno sparo fino a rendere perfetta la vita (tanto che potrebbe, svoltato l’angolo serenamente anche morire):       l