Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta montagna

La parete

Immagine
"Statica" di Sergio Daniele Donati "Ci vuole uno sguardo mobile", dicevi, "e attento, per cogliere in una parete una possibilità di salita". "Prima che la mano appoggi alla dura roccia, lo sguardo ne spazza via le polveri e crea nei tendini il fremito alla scalata".  Io non capivo; le mie radici affondano in pianure e nebbie autunnali e so distinguere il movimento d'un airone prima che si manifesti, così, da una impercettibile fibrillazione dell'aria. La montagna allora non era il mio elemento. Non ancora.  La montagna richiede lo sguardo di falco o, se sei dominatore, d'aquila. Io avevo -e ho ancora- uno sguardo che sfoca i contorni; non spazza polveri ma le ingloba in materiali indistinti. Mi muovevo bene -ed è così ancor ora- in boschi fitti, capace di giungerti alle spalle, come un gufo, senza fare rumore. E so bene che ciò avviene perché in me vive una legge antica.  Io non ti vedo e tu non vedi me.  Ma ti percepisco

Meditazione in montagna di notte

Immagine
Montagne in movimento,  specchi di notte.  Corpo attento,  mente pacata.  Voce sopita,  bisbigli e mormorii.  Origini al futuro connesse,  fili di lino.  Certo del mio maestro,  stabilità e carezza.  Silenzio, spettacolo,  felice solitudine  Presenze diafane,  volti d'angelo, volo planato.  Sguardo profondo. Io, parte del tutto,  immenso silente.  Voci dei boschi  amiche; richiamo al mio canto.  Spazio aperto,  brezza dopo la tempesta.  Respiro unico,  multiforme, felice.  Suono del silenzio,  nenia antica.  Medito ad occhi aperti. Sono dove sono, dove sono già stato