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(Redazione) - Conversari - 01 - Piccola conversazione sulla notte

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di Maura Baldini “Io credo nelle notti”, scriveva Rainer Maria Rilke ne Il libro d’ore , opera giovanile di magistrale compiutezza. Una dichiarazione di fede. Una dichiarazione d’amore alla notte, ai suoi molteplici e forse infiniti volti, complici e ostici, tremendi e amabili, aridi e languidi, volti disegnati dalla filigrana dei nostri umori. Perché niente è più icastico della notte, e niente ha natura ancipite come la notte. Invero, mentre il giorno, nell’osceno divenire di immagini e rumori, confonde e sottrae concentrazione, la notte riabilita il lusso della stasi, del dialogo muto, dell’ascolto acuito. La notte si muove attorno a noi e ci muove, in una danza di tenebre e bagliori celesti, nel lago deserto della contemplazione, che non è immobile, poiché la notte è quiescenza in perpetua metamorfosi. La notte agguanta, ma in maniera diversa dal giorno. Lo fa permeandoci, insinuandosi nelle pause del respiro, allagandoci il corpo, in un silenzio che mette radici in noi, divellendo