Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta parola

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 17 - Il poeta e la sua parola (parte terza - la tesi)

Immagine
  di Giansalvo Pio Fortunato Entrare nel far essere della poesia significa rintracciare un percorso capace di sciogliere tutte le ambiguità e di correlarsi ad una maggiore analiticità dell’atto poetico. Il far essere è ben diverso da quel complesso di ricostruzioni di carattere rigorosamente ermeneutico, che vorrebbero un mistero finissimo, gravitante attorno alla poesia, ed una visuale poco retrospettiva: incentrata, dunque, sulla semplice espressione poetica e su nient’altro. Certamente risulterà alquanto ovvio che un’analisi sui motivi “ontologici” della poesia si regoli strettamente sull’espressione poetica e su nient’altro. Eppure, è qui che si giunge al nocciolo della questione analitica e riflessiva. Il problema di buona parte della critica e, soprattutto, il problema di buona parte dell’analitica sulla poesia tende ad essere vigorosamente connotativa rispetto ad una sorta di assoluto dell’espressione poetica nei confronti del suo stesso autore. Ci si relaziona alla poesia...

(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 16 - Il poeta e la sua parola (parte seconda)

Immagine
  di Giansalvo Pio Fortunato L’evidenza che risiede nel relazionarsi alla lingua costituita e la forza data dall’immensa possibilità di disporre di questa lingua, fa sì che si possa concepire anche con una certa nettezza quanto sia intima la relaziona tra il poeta e la sua parola. In tal senso, infatti, la parola, nell’accezione da me intesa [1], punta a riconoscere l’atto esatto di enunciazione; ossia: il momento in cui un’espressione linguistica prende corpo ed edifica un mondo di senso. Per la poesia, ovviamente, è quasi d’obbligo parlare di enunciazione e non di un enunciato almeno per due motivi: la poesia sfugge ad ogni atto di formalizzazione rigorosamente logico-tradizionale; nell’atto stesso del “pronunciamento” della poesia, si sviluppa una nuova e complessa sfera di senso, che non si riduce mai semplicemente in un mero atto di significato. Implica, piuttosto, un far essere. Se ci trovassimo innanzi ad enunciati, infatti, il verso non solo sarebbe definito come una se...

Il tocco della parola

Immagine
  Esiste un tocco, un tocco deciso, una vibrazione trasmessa dalla parola al suo oggetto. Ciò che viene detto si copre, pudico, il volto col manto sacro del significato. ______ Foto e testo - inedito del 13.3.25 - di Sergio Daniele Donati  

"Genealogie verbali" - un saggio di Giansalvo Pio Fortunato

Immagine
Definire la poesia un’arte abissale è quanto di più comune, ma anche quanto di più incompreso la storia della letteratura e dell’esperienza poetica ci abbiano consegnato. Una simile prominenza teoretica, infatti, pare assai spesso porre i poeti dinanzi ad un “aut aut” , che si scandisce nel constatare e capire la propria pochezza o, parallelamente, nell'arrivare all'esaltazione del proprio fenomeno poetico. È indubbio, infatti, che, soprattutto ai giorni nostri, l'idea di un costrutto misterico ed il fascino del “nero” (nel senso sinestetico del termine) rendano la seconda opportunità molto più appetibile. Eppure questa figurativa dell’abisso vuole fugare ogni forma manieristica ed ogni obiettivo esoterico. L’appunto, che qui emerge prepotente, è di tutt’altra direzione e pare piuttosto abbattere le barriere elitarie e trionfalistiche della poesia. Prima, però, di ultimare questo percorso e giungere all’aut aut, sopra citato, bisogna soffermarsi anzitutto su una domanda nev...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 27 - Qualche riflessione sulla parola

Immagine
  di Sergio Daniele Donati L'anno nuovo è appena cominciato - come un neonato lancia i suoi primi vagiti - e mi ritrovo in mano riflessioni che datano qualche decennio.  La parola che riflette sulla parola stessa  in fondo è il più antico e folle dei paradossi, ciò che ci dice, senza mezzi termini, che dal logos non siamo strutturati per uscire, se si escludono alcune esperienze contemplative estreme, e il pensiero si struttura attorno al linguaggio.  Pensando parliamo e parlando arricchiamo il nostro vocabolario cognitivo e cogitante.  La parola struttura il pensiero - e non il contrario ( 1 )  - e il campo su cui ci muoviamo e, molto più spesso, inciampiamo come poeti e amanti della parola, va esplorato con la cautela del cercatore di tracce, nei boschi. Un bosco pieno di insidie che cozzano inesorabilmente con frasi da noi apprese e ripetute, come slogan.  Le ascolto spesso proclamate  a macchinetta anche dalle menti che io considero più fini, ...