(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 22 - "Guardiani delle parole": appunti sparsi sull'Etica della Parola - parte prima
di Sergio Daniele Donati Parlare di Etica della parola poetica - lo si sa bene - significa addentrarsi in una selva di contenuti invisa ai più e, per molti aspetti, avversati anche in modo esplicito. "La parola, specie se poetica, non dovrebbe avere contenuto etico in sé", si dice, "ma dovrebbe essere sotto costante attenzione solo l'elemento estetico di ogni scrittura poetica". L'assunto, intendiamoci bene, non è privo di una sua dignità filosofica e giuridica, perché, appunto, confina con ogni discorso relativo al principio sacrosanto della libertà espressiva. Il poeta, si sostiene, non deve essere limitato nella sua scelta lessicale, formale e/o contenutistica. Tutto deve poter esser detto, o scritto. E non sarò certo io a voler negare questo dato di libertà. Tuttavia rimarco che questo ragionare forse si fonda su una visione assai antiquata, e forse sorpassata di etica, secondo la quale la stessa attiene solo al significato di ciò che viene detto o