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"Poesia per l'autonomia di pensiero della donna" - nota di lettura di Annamaria Ferramosca sulla raccolta "Errata Complice" (PeQuod 2024) di Stefania Giammillaro

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Stefania Giammillaro “ Tragica e liberatoria ” sono gli aggettivi con cui mi sento di definire questa nuova poesia di Stefania Giammillaro; una scrittura poetica drammatica e profondamente etica nel suo messaggio, con cui l'autrice cerca di ricomporre la ferita inferta da un rapporto “ errato ” con l'uomo, facendo colare sulle pagine versi di sapore classico che evocano, a tratti, i toni della tragedia greca. E però il lessico del dramma sapientemente si mescola con quello di una cifra personale dall'andamento intessuto di astrattezza, ma pure colmo di senso. I testi rivelano che l'errore commesso nell'alterato rapporto amoroso è ascrivibile ad entrambi i soggetti coinvolti ma, come sempre accade, è la donna che ne sa uscire vincente, per la sua capacità di rivedere l'instabilità dei propri moti interiori, riconoscendo la propria responsabilità di “errata complice” e di aprirsi ad un nuovo e più lucido percorso di libertà. Un achtung poetico dunque, che la p

Estratto da “Prodigi” (peQuod 2023) di Anna Ruotolo - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Un vero piacere - e onore - poter pubblicare un estratto dall'opera di Anna Ruotolo " Prodigi " (Pequod ed., 2023). Una raccolta densa e piena di spunti interpretativi possibili, in cui un richiamo a un tu che si può immaginare allo stesso tempo sia impersonale che personale, quasi per paradosso , gioca un gioco centrale.  Le ripetizioni, le anafore, le epanalessi, poi, creano spesso un  effetto di marcatura e sottolineatura , tipico di quelle figure retoriche, ma che nell'abile uso della poeta appaiono anche avere il ruolo di controcanto o, quantomeno di una lontana eco.  «Dopo l’amore dopo l’amore dopo l’amore accontèntati di ritrovare te che giace in te» ad esempio è un esordio di poesia in cui il triplice richiamo all'amore non ha solo la funzione di rimarcare, ma pare essere e creare un gioco di rimandi per il quale al lettore resta un piacevole senso di stupito stordimento.  Pare di trovarsi in una valle e sentire i suoni di ritorno di una scherzosa Eco.

Lettera aperta di Sergio Daniele Donati a Danila di Croce (a proposito della raccolta "Ciò che vedo è luce" - pequod ed., 2023)

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  Mette rami più degli alti alberi  quel seme. E la forza  di quel seme ora è nel volo degli uccelli che lassù fanno il loro nido. dici tu, e io, abituato a sporcarmi le mani con l'humus nero della parola, non posso non pensare che la forza del seme — di ogni seme — è nella sua morte, nel suo sapersi annullare, perdere essenza per divenire altro da sé: germoglio, pianta, luogo di nidificazione e riposo per gli uccelli dell'interpretazione.  Ogni nostra parola dice — banale a dirsi — e, dicendo, si annulla, abbandona sé stessa e la culla del non detto da cui giunge, per permettere un volo sacro: quello dell'interpretazione, di un ermeneutica che è sempre altro da ciò che è stato detto.  Ecco la luce della tua raccolta, Danila, e — permettimi di dirtelo — anche la sua fertile penombra.  Perchè tu scrivi senza contorni, eppure in questo tuo approccio ai sacri pennini sembri non dimenticare mai il limite creativo del foglio.  Che occhi ha quell'ombra che mi gira attorno e

A proposito della raccolta di Daniele Ricci "Lezione di meraviglia" (peQuod ed., 2022) - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Un vero piacere per la Redazione de Le Parole di Fedro potersi soffermare sulla raccolta " Lezione di meraviglia " (peQuod ed., 2022), del poeta Daniele Ricci . Una scrittura la sua che traccia sempre linee chiare e malinconiche tra un vissuto personale e il riflesso e richiamo che questo può avere su un universale battente . Il poeta, in altre parole, si pone nella terra di confine tra osservazione/percezione e rielaborazione e il suo tingere questo percorso di nostalgiche sfumature pastello non può che rendere compartecipe il lettore del  dato di abbandono che ogni osservazione - e anche ogni scrittura - porta con sé. Nella lettura delle sue composizioni il senso di una perdita che, tuttavia, innaffia il terreno della consapevolezza, è dunque sempre presente. L'elemento poi di poetico abbandono è confermato dalla struttura dell'intera raccolta in cui il tema guida del viaggio   è molto presente.  Viaggio, quello del poeta, che, come dovrebbe essere ogni viaggio,