La linea d'ombra (su giudizio, corpo, silenzio e perdono)
Scrivevo sui social, esattamente un anno fa, queste parole: Viviamo su una linea d'ombra sulla quale giocano, come note, le parole altrui. E siamo sempre e solo noi a decidere se siano parole pesate o meno. "Alle parole non pesate altrui non si dovrebbe dar peso". Ne si dovrebbe dare alla sacra foglia l'onere della stabilità del santo tronco. Siamo liberi, sempre liberi, di decidere ciò che è foglia e ciò che è tronco. Così dovrebbe essere sempre. Non resta che il ritiro (la sacra parola che si tace) e la speranza che ciò che non è compreso oggi lo sia domani. Io non sono tagliato per il trivio e nemmeno per gli stigmi e gli epiteti. Ci vogliono abilità oratorie e retoriche che a me mancano. Per questo difficilmente giudico gli altri. Mi pesa farlo. Giudicare bene gli altri è un'arte, non per cialtroni come me. Giudicarli male mi fa sentire un tacchino con pretese di volo d'aquila. Preferisco cercare di spiegarmi, coi miei soliti inciampi, e con gli scarni st