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Eco e Narciso

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Eco e Narciso di John William Waterhouse (1903) Rifiutare il bisbiglio di labbra d'Oreade uccise il tuo amore, Narciso. Non fu immagine - la tua nella pozza - a trascinarti nell'abisso né la mancata corresponsione della purezza di un sentimento. Fu mancato ascolto di parole diafane,  pronunciate da bocche di sogno nella balbuzie. Nulla ci appartiene e ogni dono - un cuore di ninfa - è sacro,  anche se rifiutato.   Dicono tu sia morto assorbito  dal tuo stesso volto. Io non lo credo. Ti ha ucciso il suono del tuo nome ripetuto tre volte, nel vento. Ripetere tre volte il nome di chi ti rifiuta uccide l'amore, Eco.   La prima è tremula speranza, la seconda è rabbia cieca, la terza è Thanatos  nel cuore di entrambi. Non fu la maledizione  di Era a ucciderti, né i giochi bambini di Zeus. Ti tolse il soffio la tua incapacità  di non dire più. Due volte si chiama l'amore, Eco, solo due. La terza chiamata è sempre la Morte. Amore non muore  se non corrisposto Amore muore se si

Poesie inedite di Annalisa Barletta - con nota di Sergio Daniele Donati

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  Annalisa Barletta è poeta che Le parole di Fedro ha già con piacere ospitato ( troverete qui il link) .  La sua poesia è in piena evoluzione e crescita, come dimostrano i numerosi inediti che oggi abbiamo il piacere di proporvi, certi di un vostro apprezzamento.  Quella di Annalisa Barletta appare essere una poesia che, partendo dall'esperito giunge al simbolo, con una ammirevole e rara nonchalance attraverso l'uso di forme retoriche  quali  l'elencazione  e l'accumulazione capaci spesso di creare dei crescendo che lasciano al lettore una sensazione di dolce stupore.  L'uso sovente, poi, della prima persona singolare, appare qui più uno strumento di questionamento e domanda che un mero artifizio retorico.  In altre parole la poeta appare rivolgere ad un Sé incerto la richiesta che la parola sia capace di sciogliere la domanda che le batte forte in petto. D'altronde nella poesia finale di quelle qui presentate la poeta chiarisce  ogni suo rapporto con par

Due inediti di Michela Zanarella

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  Luglio è iniziato Luglio è iniziato con un sole appena accennato preceduto da una luna capace di attraversare l'anima della notte in punta di cielo io nascevo per l'ennesima volta spingendo gli occhi nel tuo silenzio come se urgesse vivere e ritrovare la genesi tra tutte le cose prescelte dal destino l'amore come una corrispondenza di stelle riaffiora e confessa l'eternità Il sole fissa all'orizzonte Il sole fissa l’estate all’orizzonte come luce reciproca sottolineando sulle fronti il fuoco. Tutto è riarso l’aria non basta al respiro degli alberi diremo che ogni stagione ha il suo tempo ora che è quasi luglio mentre l’ombra brucia per le strade il cielo si perde tra le conchiglie cerca una nuvola, la offre alla luna nell’attesa del sogno tra le stelle. ____ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Michela Zanarella è nata il 1° luglio 1980 a Cittadella (PD). Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato diciotto libri. Negli Stati Uniti è uscita in edizione inglese la raccolta tra

Due poeti allo specchio (Pietro Russo e Sergio Daniele Donati)

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Il mondo non ha bisogno del mio scontento ho visto quintali di pietre che uomini prima di me hanno eretto per sentire i Tuoi bisbigli nel vento Non partorisco nessuna divinità dalla testa, solo altri pensieri con cui imparo a patteggiare Nella cecità del cuore trovo un posto secondo solo ai seni di lei dove mi aggrappo in notti senza avvento Nella cecità del mio cuore dico Dovrei essere dove il mio cuore grida Vorrei essere dove il mio cuore grida come un motore che si ingolfa alla fine della giornata Pietro Russo - inedito 2023 Oggi mi s'è crepato il cuore; di nuovo. E non ho più nomi a cui mettere davanti un segno maiuscolo.  Chi vuoi che dia peso  alla preghiera di un uomo ormai a scadenza? Avessi come allora la potenza dell'urlo griderei al mondo: "io vado, non cercarmi più". Ma il passo s'è fatto ormai lento e cammino solo, con zampa di pachiderma, verso la terra promessa dell'oblio. Ricomponili tu - sì, tu che hai memoria dell'urlo -  i cocci di un v

Spleen

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  In foto il grande pianista Glenn Gould Quando la crepa si dilata e lo sterno mostra mobili tensioni verso l'alto io so che è giunta l'ora di un richiamo crepuscolare e sento la civetta lanciare moniti di risveglio. Mi culla allora un pianto senza tempo, e sollevo lo sguardo ad un cielo incrostato di stelle. E non c'è risposta per chi non pone domande; solo un singulto, un desiderio denso di sparizione. Sono tracce mielose e intense di un'infanzia mai vissuta. L'altro Sergio che creai allora per sopravvivere a cure parentali inadatte è in quest'ora stanco e si dondola nell'angolo buio di una stanza troppo piena di giochi per riuscire a nascondere la polvere di un'assenza eternamente sbattuta in faccia come vento freddo d'inverno.           Che vuoi che sia questa tua ansia - dicevano -           per noi che alla tua età abbiamo conosciuto           la fuga e lo strazio?          Sono i mostri sotto al letto di vostro figlio          -  avrei voluto

Aspettavo la fine (Oblivion)

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Il ritorno del fogliol prodigo - Giorgio De Chirico Aspettavo la fine - un cenno di mano, lo stridio di rondine in cielo - ma fu solo ghiaccio e una nota supina  tra sterno e ventre. Quel ghiaccio scioglie ora, sai, mentre attendo altra mano a porre fine al mio canto .

Il "piccolo male"

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  Diedi a quella ferita un nome - poi due, poi cento, poi mille - e mi costruii un castello di piaghe  che suppuravano paure e richieste d'aiuto - negato.  Dentro il bozzolo  non percepivo seta, ma una sete di volo  che poi fu - certo - ma su cieli stranieri. Mi salvò una voce di cicala e il ritmo di nenia ripetuta di una Musa indifferente, cui faceva da controcanto il sacro mono-tono dell'assiolo. Mi chiedi perché ci sia del nero sotto le mie unghie spezzate e ignori lo sguardo sbarrato  d'un bimbo   che ottenne  salvezza leccando le resine dense del portone dell'Altrove. _____ Foto e testo - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati 

Due poeti allo specchio (Ilaria Giovinazzo e Sergio Daniele Donati)

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  Lo senti questo logorio continuo delle corde intorno all'argano? L'incontro perfetto del corpo che aderisce all'ombra? Sei nelle armonie improvvise a cui accedo negli attimi illuminati delle mie giornate. Sotto il peso delle cose questo muscolo idiota schianta. Dimmi solo che la vita non tradisce Dimmelo ancora. Menti. Ilaria Giovinazzo Inedito 2023 Confiderò a te, che sei cosmo, il docile segreto della domanda che tengo stretta nei palmi, perché non trovi risposta. La luce non m'appartiene, né l'armonia. Io sono penombra, un intervallo di settima, stonato e dissonante; sotto coltri di parole dorate celo singulti da bimbo inascoltato. Mi chiesi a lungo perché ma la natura non mente, e la vita tradisce solo nell'istante della morte. Mento io, a ogni mio respiro, non a te, che sei cosmo. Sergio Daniele Donati Inedito 2023

Non dire dei lampi

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  In foto "Iod" di Sergio Daniele Donati Non dire dei lampi e tacita le voci che strappano un senso fallace al mondo dei suoni. Torna all'argilla grezza di un pensiero appena concepito e poi salta,  senza mostrare impedimento, nel mondo altro;  al tuo fianco.         Là, davanti all'abisso del creato          è scritto col fuoco          il nome dell'origine,          il viaggio a ritroso          del salmone nell'universo          solitario dell'incoscienza Non dire dei lampi e non curarti del simbolo che tende fili troppo sottili tra la tua ugola e l'orecchio eterno e distratto della natura.  Il sacro risiede sotto le unghie ebeti del contadino, tra le cere che impediscono agli occhi di dischiudersi al mattino per restare nel sogno.         Là, sul crinale, sta la soglia          il passaggio stretto          e senza volto          della dimenticanza più pura,          dell'evanescenza più densa,          del ritorno nell'uovo. Non dire dei l

Parole a spirale

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Ogni parola nasce schiava e incatenata, e, se muore libera, è perché sa muoversi a spirale sul campo minato dell'assenza. _____ Testo - inedito 2023 - e foto  di Sergio Daniele Donati 

Il deserto della parola

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(...) Mi disse allora una voce di donna di non cedere al sogno la chiave blu. Restavano cobalti poveri e ocre sui miei palmi, e un segno di firmamento sulla fronte testimoniava assenza .     Odora di mandorla e di carruba     il bianco deserto della parola. (...)

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 21 - Una recensione in forma di lettere (parlando della poetica di Maria Allo e altro)

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di Sergio Daniele Donati Milano, 01/07/23 Cara Paola, la tua lettera mi ha dato tanto da riflettere. Pensieri  che si sono stratificati su quelli già vivi a proposito della poetica di Maria Allo . Hai ragione: la dolcezza è uno dei tratti che più emerge nella lettura dei versi di Maria Allo.  E anche la delicatezza, che tu sai bene essere al vertice della mia scala etica di valori.  Il sottile, il delicato, la traccia lieve, seppure profonda, è ciò che, in fondo, cerco sempre nelle altrui scritture, perché in esse ritrovo tutta la saggezza dell'antico insegnamento che ci porta a non cadere nella trappola delle apparenze, specie delle parole.  Tutto questo mi pare emergere sempre tra i versi di Maria Allo ed avviene con una capacità espressiva senza pari, a mio avviso. Sul titolo della sezione "Carte sparse" della sua silloge Sul margine (Interno poesia) , anche io ho assaporato un richiamo petrarchesco, ma la suggestione è stata anche relativa al raccolto della parola.  L

Due inediti di Lucianna Argentino

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  Se è distanza uguale a quella tra la rosa e il suo profumo non temo lo stare nel silenzio dove l’attesa è certezza del bello che viene e del bene vivo nella materia del nostro risveglio nel mattino imbastito di voli e del mio quotidiano prestargli il cuore per un canto spezzato dall’abbaiare di cani senza pietà e ricomposto nell’attimo preciso del traboccare delle ore da un tempo che più non le contiene. Lucianna Argentino  - inedito 2023 Come i cani segue la traccia chimica della realtà, annusa l’odore emotivo degli umani - la paura, la gioia e ne fa traccia alfabetica sulla pagina. Scompagina il silenzio, lo attiva perché nella parola sia parola trasparente che lasci passare la luce come fa la vita, a sorpresa, quando si materializza e appare improvvisa in un giovane cervo che dal bosco attraversa la strada e nel bosco di nuovo scompare. Lucianna Argentino - inedito 2023 ____ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Lucianna Argentino è nata a Roma nel 1962.  Ha pubblicato i seguenti libri di poes

(Redazione) - Estratto dalla Raccolta "Il versicidio" (Terra d'ulivi ed., 2023) di Riccardo Delfino - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Che la parola sia uccisione, limite e lama è cosa che si ripete spesso. Oppure, se non la si ripete, è perché il contenuto caustico di una tale affermazione impedisce ai più di prendere in mano il pennino. Eppure, a ben rifletterci, è un dato palese -  e contrario a quello della possibilità di costruire poesia - che ogni parola che scriviamo comporti un sacrificio, una immolazione di tutte quelle mai pronunciate.  Ogni scelta è abbandono, e quell'abbandono concima il terreno fertile delle scelte che verranno. Quindi, ogni poeta è in certo senso assassino di lemmi, uccisore delle speranze di emersione da un abisso magmatico che ogni parola rappresenta ai nostri occhi. Ogni scrittura è dunque taglio e sanguinamento dall'infinito vocabolario che ci abita, e pulsa dentro le nostre fragili vene. È questa una consapevolezza in chi scrive molto difficile da sostenere, se l'etica è alla base della scrittura. E vederla emergere in una giovane penna, seppure di grande esperienza, è u

(Redazione) - Estratto con nota di lettura di Sergio Daniele Donati su "Il buio della Scarpiera" di Francesca Piovesan (Giuliano Ladolfi ed. 2019)

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La raccolta che oggi presentiamo è apparsa per i tipi di Giuliano Ladolfi editore nel 2019 e, a parer mio, rappresenta un punto fermo di riflessione possibile sullo stato della poesia contemporanea.  Mi riferisco a Il buio della scarpiera, silloge della poeta Francesca Piovesan, che si connota per un'eleganza e una sobrietà di tratti, anche quando sfiora il tema di un erotismo inteso, non come mera descrizione di un sentito, ma come tempo e spazio di rivisitazione del sé. I versi eletti dalla poeta sono spesso incisivi, privi volutamente di orpelli e vezzi linguistici inutili, e, soprattutto capaci di portare il lettore a percepire nella composizione un centro stabile e palpitante, senza ignorare tuttavia la delicatezza dei contorni.  La poeta ci trascina verso una lettura che ci rende come lettori quasi partecipi del suo momento percettivo prima, e creativo poi.  L'esercizio della  brevitas in poesia è arte difficile nella quale il tranello principale in cui può cadere un aut

Due inediti di Cristina Simoncini

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È morta l’emiliana, centotre anni. La tua Lea – la padrona delle terre. Parole poche, affetti misurati amata dai mezzadri e consapevole di essere straniera tra di loro, di avere un’altra lingua. Eppure ti piaceva quella donna diversa, senza ninnoli che sapeva condurre la sua vita stimata dal marito, niente figli. Avete condiviso la sparizione dello stesso mondo, la malinconia, la torta di mele che cucinava lei, signora a disagio nella formica delle cucine nuove, cittadine, gli occhi cerulei e a tratti disillusi, il sano scetticismo antiborghese. La tua testa era bassa per rispetto, niente ti ha riscattata dalla terra dal dividere a metà il tuo lavoro. Dopo il caffè corretto alla sambuca scivolava qualche lacrima, volti scavati e guance piene di rispetto, entrambe altere, senza discendenza. Cristina Simoncini - inedito 2023 Sbuchi dal margine di un’epoca alla quale sembri non appartenere – anni vibranti di protesta, sangue che resta sull’asfalto – il tuo non è un autunno caldo. Proiett

(Redazione) - Su "Dichiarazioni di guerra" di Jonathan Rizzo (edizioni Progetto Cultura, 2023) - nota di lettura con estratti dalla raccolta di Sergio Daniele Donati

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Jonathan Rizzo è poeta elbano di nascita e parigino per elezione. Il dato, ricavabile da ogni sua biografia, potrebbe apparire poco rilevante ai fini di questa breve nota di lettura, Invece a parer nostro, in un certo senso, né è il centro - o uno dei centri. Esce per i tipi di edizioni Progetto Cultura , infatti, la sua raccolta Dichiarazioni di guerra, che è formata di undici componimenti nei quali il poeta letteralmente e molto esplicitamente  dichiara aperto il conflitto con  un certo mondo (ma anche modo) poetico, o di contorno alla poesia...e non solo. Appare evidente che già la scelta del titolo ci trascina verso un modo  d'essere, forse prima ancora che di scrittura, che ha uno sguardo laterale e volto al passato.  Infatti la Dichiarazione di guerra   - così come la sfida a duello - è atto che si richiama ad un passato ormai lontano.  Gli attuali conflitti principiano infatti  per fatti concludenti e senza dichiarazioni di intenti.  La guerra ormai si fa, in altre parole,