In morte del Samurai
Foto dal web Ho colto un sorriso nella tensione degli archi. Tra le urla di guerra e le chiamate alla vendetta il pruno immobile mandava richiami odorosi al ricordo, e il ciliegio depositava fiori sul fango con la delicatezza del daino. E forse per questo ho girato le spalle al campo di battaglia, e infranto il mio unico giuramento servile. Per un istante d'attesa sublime nella punta della mia katana un riflesso di luna ha testimoniato l'etica della resa e muoio così, col suono delle corde d'argento di un koto antico nel cuore e il canto di un shakuhachi nei midolli. E non pesa per nulla nei miei polmoni la freccia d'argento che mi toglie il respiro. Muoio così, tradendo la finzione di un'esistenza vana, e mi accompagna nel lungo ponte una voce d'ambra, ora che divengo fossile e restituisco la mia spada al dio dell'oblio. Muoio così, nella rinuncia al conflitto, accolto dalle brezze marine di un pianto di consolazione. Tutto è stasi, tutto