La musica delle dita/un sogno (scrittura spontanea - a mia madre)
È là, tra la pieghe del sogno, che risiede un canto quasi mai ascoltato una voce che pare d'altri mondi e d'altra vita un suono piegato verso la spirale che è vortice nel baricentro della mia postura. Lasciare andare lontano i propri respiri quasi fossero neve, lasciarli calare lenti su lande sconosciute, su terreni inesplorati e far che coprano quel suono d'arpa che strappa il calore delle lacrime dalle mie retine. Stavi lì, — e io ero lì e altrove, allo stesso tempo — a dirmi col tuo canto che saresti tornata a essere bambina; per scelta, che avresti vissuto nel tuo presente l'infanzia che ti fu strappata dai fumi della storia. Tu madre di te stessa bambina, io come sempre figlio di un soffio troppo sottile e asmatico per essere vero; inconsistente, senza contorni, capace solo di testimonianza dell'altrui grandezza. Eppure tra le mie dita nel sogno restava un controcanto e si alzava lento e muovevo le dita quasi fossero bacchette magich...