"Vav" di Sergio Daniele Donati In cielo volavano rondini dai versi acidi; suoni che chiamavano forte a sé la potenza del “lontano”. A me sembravano scomporre un cielo di carta velina azzurra in coriandoli leggeri. Sotto il loro volo sapiente, stava il mio sguardo bambino. “Vedi Sergio,” mi disse papà, “le rondini cuciono i lembi del cielo perché diventi una coperta per i nostri sogni”. Capii allora che non esiste lacerazione possibile, finché tra me e l'altro un paziente e anziano sarto saprà cucire rammendi argentati. Fu un sogno. Le rondini, i coriandoli e la voce di un padre capace di parlare di sogni, fu solo un sogno. Capisco ora che quello stesso sarto anziano conserva i suoi fili migliori per lo strappo, che a volte ci lacera le viscere, tra i nostri desideri di completezza e la voragine dei nostri bisogni; insoddisfatti. Quell'anziano sarto tesse un arazzo e chi lo osserva con sguardo critico scuote la testa per il filo scomposto che pare uscire dall'ord