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A proposito della raccolta "Fegato in cartolina - Je vais te dire un secret" (Il Convivio ed., 2024) di Rosanna Frattaruolo - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Divertire (o l'aggettivo divertente) non sono termini che chi scrive note di lettura usa per definire le scrittura alte che commenta. Eppure un breve sguardo all'etimo della parola ci riporta immediatamente alla sacralità del divertimento in lettura poetica.  Analisi etimologica derivata dal serio sito  Etimo.it la cui lettura consiglio a tutti voi. Una scrittura se non diverte , se non porta o volge la mente del lettore verso un altrove fecondo, a volte in direzione opposta, può dirsi poetica? Un dire che si limita a confermare al lettore le sue false credenze e non lo diverte, non lo diverge, può portare in sé i semi dell'arte poetica? Sicuramente scrittura divergente e divertente  è stata per me quella che per noi manifesta Rosanna Frattaruolo nella sua raccolta  "Fegato in cartolina - Je vais te dire un secret" (Il Convivio ed., 2024). I temi dell'amore e della morte sono sempre affrontati dalla poeta con uno sguardo laterale non di rado ironico e accattiv

Fragments d’obsidienne (schegge d'ossidiana)

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Fragments d’obsidienne noire, dans ses yeux, chantent la racine fossile d’une vie en veille, en quête de son éclat et dans le souvenir d’une dérision malsaine. (Sergio Daniele Donati - inedito 2024) Schegge di nera ossidiana, nei suoi occhi, cantano la radice fossile di una vita in veglia, alla ricerca del suo scoppio e nel ricordo di una derisione malsana. (Traduzione dal francese  di Sergio Daniele Donati)

Coquilles de noix (gusci di noce)

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  Foto della grande artista Noelle Oszvald poesia esile/poesia esule poesia dedicata/poesia delicata Derrière ton abri Il y a un timide courant d'eau pure. Des coquilles de noix Avec des voiles en papier Naviguent dans ces eaux claires Avec une fausse bravade, Comme des pirates. Et,  tandis que le ciel modeste rougit Lorsque le soleil se couche, Nos enfances se parlent Avec le langage silencieux D'un regret indicible et absolu. Sergio Daniele Donati - inedito 2024. Foto della grande artista Noelle Oszvald Dietro il tuo nascondiglio scorre un timido rivolo d'acqua pura . Dei gusci di noce con vele di carta navigano su quelle limpide acque con falsa spavalderia, come pirati. E,  mentre il cielo pudico arrossisce al tramonto, le nostre infanzie si parlano, con la lingua silenziosa di un rimpianto indicibile e assoluto. Sergio Daniele Donati - inedito 2024.

(Redazione) - A proposito della raccolta di Alessandro Moscè "Per sempre vivi" (Luigi Pellegrini ed., 2024) - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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    Quando la parola poetica manifesta appieno la sua natura dinamica e disegna davanti agli occhi del lettore il suo essere  percorso vitale, circolare e a spirale , possiamo dire, a parere di chi qui vi scrive, di essere di fronte ad una scrittura alta.  Ma, intendiamoci, questo inflazionato  aggettivo, questo richiamo all'altezza, non deve essere inteso come figlio di un discrimine stolto facilone tra il bene e il male in poesia . Spero mi diate abbastanza fiducia da non credere che io possa cadere in simile tranello.  Definisco, tuttavia, come "alta", al di là dei suoi esiti, la poesia che tende naturalmente all'elevazione sia di chi la scrive che di chi la legge, la parola, in altri termini, che svolge per autore e lettore essenzialmente una funzione etica   e spesso lo sa fare percorrendo il crinale sottilissimo e impervio  che ha come periglio la caduta in  due abissi: in un poetare meramente descrittivo da un lato, in un dire legato al solo significato/ante,

Lettere a una persona speciale - 73 - Settembre 2024 - "ma la vita..."

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    E poi mi dicono che non devo coltivare quell'idea,  che è pericoloso innaffiare  i semi che hanno messo radice in me.  Ma la vita, la vita minuscola, quella del millepiedi, quella che non dona alcun insegnamento o, se lo dà, ti toglie il tempo perchè tu possa viverlo appieno - che gioia sarà mai morire consapevoli! -    la vita, dicevo,  mi ha tolto l'orizzonte da sotto gli occhi e se ancora scrivo lettere, in assenza perenne di un tuo cenno di risposta - dall'aldilà i suoni  che qui arrivano sembrano degli scick sciack di scarponi nel fango e non certo la cetra della tua voce -  è perchè la Katana contro le scaglie del tuo ricordo non so usarla,  e poi - lo sai - l'orizzonte è necessario alla buona tecnica del Budoka   e, finché non mi sarà restituito il mio sguardo, la spada resterà nel suo fodero, e io nella capanna di pensieri di muschio e bambù che la tua assenza mi lascia come beffa ereditaria _____ Testo - inedito 2024 - di Sergio Daniele Donati

(Redazione) - A proposito di "Esaudimento" di Barbara Rabita e Antonio Laneve (Puntoacapo Editore 2024) - nota di lettura di Gabriella Cinti

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        La percezione forte che trapela dalla lettura di questa raccolta poetica, è che sia dominata da una giocosa quanto serissima stigmatizzazione del mondo, con una modalità ludica che rovescia i paletti della cosiddetta normalità, in un copernicanesimo poetico e speculativo di originalissimo profilo. Poesia urbana per definizione ma emblema anche della condizione umana affaticata, ferita, post crepuscolare, dove la poesia del desiderio può esprimere “ solo un rantolo ” “ nel tunnel senza uscita del tempo ”; la domotica stessa viene animizzata nel mettere a nudo senza retorica il cuore degli oggetti e la loro sottile valenza consolatoria. Cogliamo, nei due autori, una vera militanza nello smascherare la falsificazione logica e l’Ordine consueto e razionale delle cose. Il quotidiano è grimaldello per aprire inusitate dimensioni di possibile salvezza e la vis analogica, febbrile, con improvvisi scarti semantici simili a movenze di danza, si esprime in una visionarietà che prende l

Diaologhi poetici coi Maestri - 72 - Claude Roy #2

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  J'AI PEUR LA NUIT (Claude Roy tratto da "Le poète mineur" - Gallimard 1949) Mon corps qui suit son cours, son chemin de fourmi, aveugle dans son jeu compliqué et savant, que puis-je à son destin, à sa longue patience? Il est si loin de moi dans ses ténèbres chaudes avec son souffle lent, les longs détours du sang, le cœur, le très sérieux qui jamais ne s'arrête, et qui pourtant un jour saura bien me trahir... Comment donc expliquer à ce cœur si pressé qu'il est bien inutile de tant se hâter, d'être si attentif aux visages changeants, de se presser ou de ralentir pour un rien, puisqu'un jour tout cela n'aura plus d'importance, puisque mon cœur et moi nous oublierons ensemble de bouger, de parler, de respirer, de vivre? Je pense à tout cela dans le creux de la nuit et pour être moins seul j'imagine un poème, poème que voici : Mon corps qui suit son cours, son chemin de fourmi, aveugle dans son jeu compliqué et savant, que puis-je à son de

(Redazione) - "Polifema: il mito contemporaneo di un accecamento d'amore" - nota di lettura di Francesca Innocenzi sull'ultima opera di Gabriella Cinti "Polifema" (Edizioni progetto cultura 2024)

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Francesca Innocenzi     Gabriella Cinti     Poeta, italianista e grecista di spessore, Gabriella Cinti dà prova delle sue notevoli abilità di narratrice in questo suo primo romanzo, vincitore del Premio Mangiaparole nel 2023, edito alcuni mesi fa da Edizioni Progetto Cultura (con prefazione di Dalila Curiazi). Polifema – titolo che richiama palesemente, declinandolo al femminile, il mito greco di Polifemo, il ciclope accecato da Ulisse – è il racconto di un simbolico “accecamento” amoroso. È la storia della relazione tra la protagonista, Marzia Volo, e l’uomo da lei amato, Giorgio, nella cornice della magica e suggestiva città di Lucca. I due si incontrano e si innamorano negli anni della loro giovinezza, ma a un certo punto, inaspettatamente, Marzia viene lasciata da Giorgio. Per una serie di coincidenze – o piuttosto, sincronicità – Marzia e Giorgio si ritrovano in età matura, dopo circa quarant’anni, e tra loro si rinnova la passione amorosa. Nel frattempo, però, l’uomo si è spo

Odisseo sconfitto

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  Lo senti anche tu il tocco  ruvido e inesperto  dei polpastrelli del Tempo sul pianoforte d'un desiderio nato per essere eterno? L'incapacità di dirsi vinto, lo sguardo ebete su un orizzonte non più suo, Ulisse ha perso la vela e Polifemo e Circe e Poseidone - e forse anche tu - sputano parole  in lingua  arcana sul suo vero nome. _________ Testo - inedito 2024 - e foto di Sergio Daniele Donati

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 35 - In dialogo col Salmista #1

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  di Sergio Daniele Donati Dice il Salmista in un passaggio del salmo 42 (versetto 9): תְּהֽוֹם־אֶל־תְּה֣וֹם ק֭וֹרֵא לְק֣וֹל צִנּוֹרֶ֑יךָ כָּֽל־מִשְׁבָּרֶ֥יךָ וְ֝גַלֶּ֗יךָ עָלַ֥י עָבָֽרו  יוֹמָ֤ם ׀ יְצַוֶּ֬ה יְהוָ֨ה ׀ חַסְדּ֗וֹ וּ֭בַלַּיְלָה  שִׁיר֣וֹ עִמִּ֑י תְּ֝פִלָּ֗ה לְאֵ֣ל חַיָּֽי׃ Ecco una mia traduzione il più fedele possibile al dettato letterale del testo.  L'abisso chiama l'abisso,  urlando alla voce delle tue cascate;  tutte le tue esplosioni e onde sono passate su di me. Di giorno Egli comanda la sua benevolenza (su di me) e di notte il suo canto è con me; una preghiera al Signore della mia vita.      Ogni volta che mi soffermo su questo passaggio mi perdo e, allo stesso tempo, paradossalmente mi radico. E’ ciò che sempre avviene quando leggo i  תהילים (trans.  Tehillim - Salmi) (1) (2) : immensa opera etica, poetica, psicologica della sapienza antica ebraica. Sono i Salmi che ci ricordano la necessità del movimento e dello spaesamento affinché la radice stessa poss

Il sogno di un sogno

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Eppure vorrei anch'io posare la nuca su una pietra e sognare una scala al cielo. Non desidero nemmeno presenze angeliche o promesse di discendenze numerose. Solo una pietra, una scala e il sogno di felicità per il mio unico figlio. ______ Testo - inedito 2024 - e foto di Sergio Daniele Donati 

In ricordo del Mestro

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Mi pareva allora che il mondo avesse  riflessi infiniti sulle mie retine e che potessi adagiarmi finalmente sull'immagine  di un'infanzia mai vissuta. Mi dicesti preoccupato di aprire gli occhi, Maestro. Un abisso senza fondo, una scala di legno, dai pioli insicuri, e tu che mi tendevi la mano. _______ Testo inedito (2024) di Sergio Daniele Donati 

Notturna #4

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Accade così, d'improvviso, che un'eterna distrazione si plachi,  estasiata dall'afona tenacia del mondo vegetale. _______ Testo (inedito 2024) e foto di Sergio Daniele Donati 

(Redazione) - Leopoldo Lonati: Discorso senza un alito di vento - lettura di Anna Rita Merico (1)

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  Foto dal web Polvere, granchi, testuggini, pioggia, foglie, biscia, api, platani, balena, acqua, neve, talpa, fragoline, lamponi, insetti, felci, more, balena, lampade, notte, fragoline di bosco. Un erbario. Un bestiario. Una lente sull’intera Natura adagiata in un Quolet immobile di tempo sacro, circolare. Che supplichino ora. Che supplichino Dio s’Egli ancora non si è stufato. Che supplichino e invochino qualcosa. Qualcosa che dia origine a qualcosa.  ( 10. pg 22) Perdita. Tagli di perdita. Si frantumano barriere tra le scale del vivente. La Poesia entra a scandagliare la perdita. Ne registra paesaggio tra polvere e fango. Sono solo gli elementi della natura a battere un segno di presenza, pur nello stremo delle forze. Tutto è riconoscibile nel proprio essere in preghiera. Anche il tempo percola via, muto, sigillato nel latteo di acque che raccolgono potenze sferrate. Di cosa si nutre il paesaggio di questi versi? Quale apocalisse dell’anima bordeggiano? Dovevamo custodire il respi