Canto
scritto con Silvia Tebaldi nella primavera del 2020 Siamo tradotti dai Salmi dal verbo degli uccelli dalla lingua dell'inconscio nella rete dei giorni riarsi. E ci attarda la sera davanti ai fuochi della narrazione antica tra sguardi di bambini. Tehillim di incipiente primavera dispaccio dall'inconscio che ci desta prima dell'alba, prima del nulla quando si posano i nostri pensieri di elevazione sul soffio che unisce, contenti della terra che crea spazio e tempo. O Vampa nera. O Grande vuoto. O indicibile Nome. Posati sulle nostre tempie. Le nostre nuche anelano al soffio della tua Parola. Trema la vite, trema il gelso, La terra è secca. Sia il soffio pioggia, sia la pioggia, sia. E i morti nei nostri cuori e natura che va per la sua strada. Il ruscello tace, la foglia...