(Redazione) - Specchi e labirinti - 22 - Bet: la casa
di Paola Deplano La sua casa era come lei: piccolina, gioiosa, colorata. Entravi dalla cucina, che era anche soggiorno e salotto e poi subito nella camera matrimoniale, con giusto lo spazio per muoversi tra letto, comò e armadio. Il bagno, poi, era piccolissimo, giusto la tazza del water, un lavandino minuscolo recuperato da Giuseppe chissà dove e tre tinozze d’alluminio, una per il bucato, una per il bagnetto della bimba e una per lavarsi loro due – a pezzi, naturalmente. Entravi e sulla sinistra la finestra del soggiorno era abbellita da tendine a scacchi rossi e bianchi che aveva cucito lei stessa, poco prima di sposarsi, assemblando i lacerti di una tovaglia da dodici della madre, altrimenti inservibile perché piena di buchi. La tenda bianca e ricamata fino al pavimento, quella della camera da letto, era un caro ricordo: gliel’aveva regalata la suocera poco prima di morire, quando con Giuseppe erano ancora fidanzati, in un bel pomeriggio d’inverno in cui erano andate a bracce...