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(Redazione) - Muto Canto - 18 - Suggestioni e testi di docu-poetry

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  di Anna Rita Merico  Muto Canto, rubrica de Le Parole di Fedro, in scambio con Gianpaolo G. Mastropasqua di cui PoetiPost 68 ha pubblicato un’analisi della parola follia dal titolo-traccia Il divieto di accorgersi. Lo scandaglio inizia a muoversi all’interno dei luoghi deputati alla separazione degl’internati: violenti, luridi, cronici. Tutto, all’interno del sorvegliare e punire che si muove intorno alla follia è legato alla vivisezione del separare. La separazione prende ulteriore forma nella delineazione che Mastropasqua porta nell’indicare significati di pazzo-folle-matto. Immediato il riferimento al grande Mario Tobino. La discesa inizia. 27/10/2012 oggi hanno fatto tremare il suono che usciva dalla mia gola mi hanno applicato del dolore la voce nel gemere si è messa a tremare tutta la città mi mette le mani addosso mi concedono a chiunque ora anche i musi diversi erano fatti d’aria a nessuna donna probabilmente è mai toccato di starsene così spesso sotto umiliazioni ta...

Condamnés (Condannati)

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Condamnés à la seule intuition vulnérable d'un projet divin, nous marchons pieds nus sur la neige, à la recherche de nos propres traces. Parfois,  nous nous arrêtons pour écouter le son de la feuille qui tombe et une larme de glace creuse notre visage de souvenirs d'enfants.     [Derrière les écorces     d'un bouleau     une lueur d'étoiles     nous rappelle     le monde perdu     de nos origines] . _____ Condannati alla sola intuizione vulnerabile di un progetto divino, camminiamo a piedi nudi sulla neve, alla ricerca delle nostre stesse tracce. A volte,  ci fermiamo ad ascoltare il suono della foglia che cade e una lacrima di ghiaccio scava il nostro volto di ricordi bambini.     [Dietro le cortecce     di una betulla     un lucore di stelle     ci ricorda     il mondo perduto     delle nostre origini]. "Spiegel im Spiegel" - Arvo Part

Da "Midbar" (di Raffaela Fazio - Raffaelli Editore, 2019) - 07 - Babele

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BABELE Tratto da "Midbar" (di Raffaela Fazio - Raffaelli Editore, 2019) - 07 - Babele Cercammo un nome per paura della morte squadrammo la parola. E la parola-argilla scordò che era terra reclamò l’altezza di una torre divenne più preziosa della vita. Per lei rinunciammo al tempo del riposo alla carezza, allo spazio che differenzia il senso. Finché fu il mondo un’evidenza senza volto – rumore di fondo che nessuno ascolta.   Ma nella dispersione capimmo che il nome dura solo se dalla voce affiora l’uomo. __________________ NOTA DELL'AUTRICE Nella narrativa archetipica dell'Antico Testamento, quasi sempre quelle che sono considerate "punizioni" divine si rivelano opportunità. Anche la molteplicità delle lingue, dopo l'uniformazione funzionale della parola a Babele, è un rilancio di vita, la riscoperta dell'alterità, la necessità di relazionarsi in modo diverso. La parola, infatti, è un ponte verso l’interiorità e verso l’alterità. Come ogni strumento ...

Et toi, tu le dis homme - E tu lo dici uomo

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  Murmures dans le marbre de la dure-mère           crépitements dans la pie-membrane . Sèves, chlorophylles et résines entre occiput et foramen central. Devant ce cri muet tombent des feuilles et les racines s'épaississent      [sous terre l'aveugle       iter du lombric       chatouille       une stase mystique] _______ Sussurri nel marmo della dura madre           crepitii nella pia membrana . Linfe, clorofille e resine tra occipite e forame centrale. Davanti a quel grido muto  cadono foglie e s'ispessiscono radici       [sottoterra il cieco       iter del lombrico       solletica        una stasi mistica] _______ Testo — inedito 2024 — e traduzione in francese di Sergio Daniele Donati 

(Redazione) - Specchi e labirinti - 32 - Passeggiando per la Crotone ebraica

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di Paola Deplano Locandina dell'evento  Bisognerebbe essere stranieri ai propri luoghi. Questo perché, se lo fossimo, li guarderemmo con più attenzione e li apprezzeremmo di più. A mio avviso la reiterata abitudine spesso offusca le reali potenzialità di ciò che ci circonda, non facendone cogliere appieno la profondità e la bellezza. L’erba del vicino è sempre più verde, si sa. È opportuno, quindi, vivere il proprio giardino come se fosse un posto mai visto prima, con tutte le sue meraviglie e le sue magie. Si visita il mondo intero e spesso non sappiamo che stiamo camminando su secoli di storia. A onor del vero, bisogna dire che ultimamente c’è una certa riscoperta del turismo di prossimità. Le “Giornate del FAI”, ad esempio, sono encomiabili occasioni per la riscoperta di ciò che è già profondamente nostro. Dispiace dirlo, ma questa maggiore attenzione ai propri luoghi non è stata spontanea, ma spesso mediata dalle restrizioni covid, che hanno imposto di non allontanarsi troppo d...

Due poeti allo specchio (Gabriella Montanari e Sergio Daniele Donati)

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    Lettera a babbo pitale (poesia inedita di Gabriella Montanari - 2024) Voglio che tu pianga la fine del fiore che tu senta il peso dei colori che tu vada dove il mare canta l’affanno del neonato l’equilibrio dell’aria il pensiero del cervo sentire le spalle gonfie di memorie avere la scorza dei duri e dei cedri sfregare la tua barba tra le mie gambe la pace con i natali ingordi la pace con i morti mai risorti. Al dio burlone (nel bosco) (poesia inedita di Sergio Daniele Donati – 2024) Mi hai insegnato il pianto della pelle il grido muto del ramarro e le striature cieche  nelle venature delle foglie, ma, prima di quell'ultima lettera, che avrebbe resa completa ogni mia comprensione, ti sei celato dietro a cortecce antiche sperando in un gioco a rimpiattino con la mia zoppia.       [E invece sono rimasto lontano      dalla tua tana      ad ascoltare il vuoto      della tua assenza,      così, per ...

"סֶלָה - I Sèlah nei finali" - Poesie di Francesco Papallo tratte dalla raccolta inedita “La linfa della cenere” - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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    È sempre un onore  – e un onere – ricevere da un autore delle poesie facenti parte di una raccolta non ancora pubblicata. E il senso di dono e responsabilità si amplifca ancora di più quando, dopo un'attenta lettura delle composizioni, ci si rende conto di essere di fronte ad una scrittura che ha richiami molto forti nell'etica della parola di chi deve commentarla .    È questo sicuramente il caso delle poesie di Francesco Papallo che oggi vi presentiamo e che sono destinate ad essere raccolte in futuro nell'opera “La linfa della cenere” .   Dicevo sopra di un certo richiamo alla mia idea di etica della parola , nella lettura di questi testi che presentano come elemento centrale, slogan per tanti che, però, a conti fatti, dimostrano l'esatto contario, la cura per la parola. La parola di Francesco Papallo è figlia di quella cura e tenuta che per chi vi scrive qui ora , ormai lo sapete, è il centro non solo di un poesia riuscita  ma del corretto posi...

Espulso dalla nenia

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Foto di CrowN  su  Unslpash Espulso per ribellione  dalla nenia — fragile  e perenne argomentare sé stessi — venivo trascinato verso altri spartiti, e canti di piume di esistenza. Non c'è sofferenza nella penna che sa scrivere:             "io mi perdono" anche se il suo inchiostro ha il colore del sangue.

Due poesie "incerte" (e una "giuntura")

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  I Sfioro — il polpastrello incerto — briciole di divinità. Della vita percepisco il puzzle; tessere di fuoco azzurro ne formano il perimetro      e donano      limite e pensiero      allo spazio ancora vuoto      di un nuovo sogno                               [io non so più                              se questo scrivere                              sia utile alla penna                        ...

Poesie inedite di Melita Ruiz (Emanuela Maggini) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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    È sempre un piacere incontrare delle scritture che dal corpo partono e al corpo stesso tornano trasformate.  Ho potuto spesso notare in chi unisce la pratica della danza, ad esempio, a quella della scrittura un legame molto stretto che si declina, a seconda delle inclinazioni differenti del/della poeta tra l'esperienza del corpo, inteso come identità in movimento e la traduzione dell'intimità di un gesto in parola. Persino il pensiero retrostante a quelle composizioni, che fanno della sinestesia molto spesso il campo espressivo e retorico precipuo,  appaiono positivamente condizionate da una profonda conoscenza gestuale e corporea , prova questa che i mutamenti avvengono sempre in entrambe le direzioni: dal corpo alla parola e dalla parola al corpo stesso. È sicuramente questo il caso di Melita Ruiz – nome d'arte della poeta e danzatrice di tango Emanuela Maggini – di cui ci onoriamo di proporre tre poesie inedite. Sono poesie molto differenti...

La porta del sogno

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Opera di Paul Klee Spazi e sospiri e i profumi del dattero, là, alla porta del sogno. Là, alla porta del sogno il senza radice, il sovrano errante, varca la soglia come un medicante. Là, alla porta del sogno lo straniero dal volto anfibio guarda del sovrano la fronte, e prende dimora nel suo sterno. Là, alla porta del sogno la balbuzie diviene canto e la zoppia volo di poiana. Là, alla porta del sogno, lo straniero prende dimora nello sterno di chi la varca con sguardo sovrano e passo da mendicante. _________ " Cum Dederit" di Antonio Vivaldi

Six cents pas - Seicento passi

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"Senecio" di Paul Klee - 1922 Six cents pas séparent   le royaume du son   de celui de la signification.   Celui qui parcourt cette distance,   en marchant à reculons,   emporte avec lui   des traces de réalité   dans le nouveau rêve.   Celui qui, au contraire,   s'arrête à mi-chemin   vit l'étonnement perpétuel   d'un échange gazeux   entre parole et regard. Un état de bienveillance   au centre du chaos   percevant   ce qui ne change jamais. Attention!   Le deux cent quatre-vingt-dix-neuvième pas   — dans les deux directions — est un lieu de trébuchement et d'étourdissement.  [temple sacré   où l'avant et l'après   se fondent en extase] _______ Seicento passi dividono   il regno del suono   da quello del significato.   Chi percorre quella distanza,   cam...